Sulla bontà dell'essere umano - Video 1 di 3

Описание к видео Sulla bontà dell'essere umano - Video 1 di 3

In questa serie di video affronteremo una questione spinosa: cercheremo di capire quale sia la natura dell'essere umano relativamente alla bontà.
Il percorso ci assicurerà delle fermate nella filosofia, nella psicologia e nell'etologia e nelle neuroscienze.
Ti avviso già di prepararti all'inaspettato, perché - come sempre - l'essere umano riserva delle sorprese!
Buona visione!


L'immagine usata per la miniatura, è un particolare di un murale al Royal Free Hospital di Hans Unger. L'immagine è in libera distribuzione e non conosco l'autore dello scatto. Sono pronto a sostituire l'immagine nel caso sia necessario.

Allego l'estratto dal "Le Confessioni" di S. Agostino.
L'impresa
4. 9. La tua legge, Signore, condanna chiaramente il furto, e così la legge scritta nei cuori degli uomini, che nemmeno la loro malvagità può cancellare. Quale ladro tollera di essere derubato da un ladro? Neppure se ricco, e l'altro costretto alla miseria. Ciò nonostante io volli commettere un furto e lo commisi senza esservi spinto da indigenza alcuna, se non forse dalla penuria e disgusto della giustizia e dalla sovrabbondanza dell'iniquità. Mi appropriai infatti di cose che già possedevo in maggior misura e molto miglior qualità; né mi spingeva il desiderio di godere ciò che col furto mi sarei procurato, bensì quello del furto e del peccato in se stessi. Nelle vicinanze della nostra vigna sorgeva una pianta di pere carica di frutti d'aspetto e sapore per nulla allettanti. In piena notte, dopo aver protratto i nostri giochi sulle piazze, come usavamo fare pestiferamente, ce ne andammo, giovinetti depravatissimi quali eravamo, a scuotere la pianta, di cui poi asportammo i frutti. Venimmo via con un carico ingente e non già per mangiarne noi stessi, ma per gettarli addirittura ai porci. Se alcuno ne gustammo, fu soltanto per il gusto dell'ingiusto. Così è fatto il mio cuore, o Dio, così è fatto il mio cuore, di cui hai avuto misericordia mentre era nel fondo dell'abisso. Ora, ecco, il mio cuore ti confesserà cosa andava cercando laggiù, tanto da essere malvagio senza motivo, senza che esistesse alcuna ragione della mia malvagità. Era laida e l'amai, amai la morte, amai il mio annientamento. Non l'oggetto per cui mi annientavo, ma il mio annientamento in se stesso io amai, anima turpe, che si scardinava dal tuo sostegno per sterminarsi non già nella ricerca disonesta di qualcosa, ma della sola disonestà.

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