LA PEDEMONTANA PORDENONESE PER INDIGENI E "FORESTI"

Описание к видео LA PEDEMONTANA PORDENONESE PER INDIGENI E "FORESTI"

Ah, i dolci paesaggi della Toscana... E invece no! Non siamo nel Chianti o in Val di Chiana, ma a Villa di Villa, località nel comune di Cordignano, tra casali, vigneti e stradine che salgono e scendono seguendo l'andamento sinuoso di dolci colline. E' l'ultimo paese del Veneto, ma da qui, di fatto, inizia il nostro itinerario in quella che viene definita la “pedemontana pordenonese”. Itinerario che ci porterà fino alla sponda destra del Tagliamento attraverso un teorema ininterrotto di castelli abbandonati, chiesette nascoste, terrazzi panoramici, vecchi borghi con le mura delle case fatte di ciottoli ed i portoni in legno. Un “instant trip” da percorre in auto, in una mezza giornata, ma anche in bicicletta, se le gambe sono un po' allenate, dedicandogli una giornata intera.
Il forestiero ne resterà affascinato, ma sono sicuro che anche tanti pordenonesi non sono del tutto consapevoli di quanta ricchezza ci sia ai piedi delle nostre prealpi.
Polcenigo non è certo una scoperta per noi indigeni. Eppure è sempre piacevole passeggiare lungo la viuzza che sale al castello. Dalla prima curva si può ammirare dall'alto in tutta la sua bellezza questo piccolo borgo antico irrorato dalle acque carsiche del Gorgazzo, che in primavera sono in pieno tumulto. Il castello avrebbe meritato miglior fortuna, ma i suoi ruderi emanano ancora un certo fascino.
Dopo essere passati per Santa Lucia di Budoia, Dardago e Marsure con le loro caratteristiche case di sasso e, dopo essersi fermati per ammirare quell'esempio di archeologia industriale che è la centrale idroelettrica di Malnisio, un'altra tappa d'obbligo è Maniago. Alle spalle della piazza, su un colle alle pendici del monte Jof, c'è l'antico castello patriarcale, abbandonato già agli inizi del Cinquecento e provato dai terremoti, soprattutto quello spaventoso del 1511. E' circondato da una macchia di alberi, alcuni secolari, che insieme ai lacerti delle sue mura poderose ne fanno un luogo romantico di una certa suggestione.
Il mini tour dei castelli continua con Solimbergo, sulla sponda sinistra del Meduna, una torre di avvistamento che si alza da una collina di querce e carpini come una sentinella solitaria, proprio dirimpetto al suo “gemello”, il castello di Toppo, dalle possenti mura merlate, anch'esso appoggiato su un terrazzo collinare dal quale si domina la pianura sottostante.
Riprendendo la strada che da Sequals conduce verso il Tagliamento, si imbocca ad un certo punto una viuzza che si infila nel bosco, per arrivare ad un piccolo gioiello, la chiesetta di San Zenone. Posta davanti ad una piccola radura, con una quercia secolare a farle ombra, porta sulla facciata lo scudo bianconero della famiglia Savorgnan. Qui si tenevano nel Cinquecento le mostre delle cernide, richieste proprio dai Conti Savorgnan. In tale occasione, nel mese di maggio, i capi famiglia, facenti parte delle cernide (milizie costituite durante il dominio del nostro territorio da parte della Repubblica di Venezia, che annualmente avevano l'obbligo di addestramenti militari territoriali) dovevano presentarsi muniti di schioppo alla parata agli ordini del capitano del Castello di Castelnovo.
Altra tappa d'obbligo è Spilimbergo per una visita al duomo e al castello con la sua celebre facciata affrescata. Qui non più così raro trovare turisti che parlano inglese affascinati dall'idea di conoscere l'Italia dei piccoli borghi, lontano dalle tratte abituali e ormai scontate del turismo di massa.
Si passa quindi, volgendosi in direzione del Tagliamento, per Valeriano, dove lungo la strada non si può non notare la chiesetta di Santa Maria dei Battuti, sulla cui facciata campeggia l'enorme figura di un classico San Cristoforo con bastone da viaggio e bimbo Gesù sulle spalle. Si tratta di un rifacimento moderno, l'originale, realizzato con tecnica a fresco da Giovanni Antonio de Sacchis, si trova all'interno.
Dulcis in fundo si arriva al teorico capolinea (perché, volendo proseguire, il divertimento continua...), l'ultima tappa di questo itinerario: Pinzano con doverosa salita ai ruderi del castello, che sono uno splendido belvedere, dal quale godere di un panorama eccezionale soprattutto verso Est. Siamo propria sopra alla “stretta” dove il Tagliamento sbocca in pianura. Guardando verso levante si può vedere a sinistra il suo alto corso che si perde tra le montagne, il castello di Ragogna, che sta proprio di fronte, e a destra il letto ghiaioso del “re dei fiumi alpini” che si allarga e si espande verso valle. Se avete affrontato il “tour” nei mesi estivi il consiglio è passare il ponte di Pinzano scendere verso il greto in località Villuzza di Ragogna e godervi una delle più belle spiagge fluviali che si possano trovare. Acque limpide e sufficientemente profonde per balneare ed un ambiente ideale per rilassarsi al termine del viaggio.

Комментарии

Информация по комментариям в разработке