Giorgio Gaber - Il sogno di Marx

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Il sogno di Marx
di Gaber - Luporini ( Libertà obbligatoria - 1976)
Monologo
Quando si è un po filosofi non si sogna mai a caso.
Ero una specie di Diogene con una lampada da 2000 Watt in mano, una macchina fotografica e cercavo in un posto che poteva essere Milano.
Sento una voce nella nebbia che mi fa:

Marx: "Così non fotograferai mai niente!"

G: "Chi siete?"

E lui:

Marx: "Un tedesco di passaggio."

Ah, penso io, il solito pessimista della scuola di Francoforte.
Macché. Esce dalla nebbia un bel signore con la barba che mi fa:

Marx: "Piacere, Carlo Marx."

Ohhhhhh

Marx: "Vedi ragazzo"

Come ragazzo? Mi chiaman tutti compagno e arriva questo e cambia il vocabolario unaltra volta?

Marx: "non basta una macchina fotografica con gli obiettivo giusti. Tu sbagli i tempi. Credimi, io ho una certa esperienza della roba che si muove."

E questo è vero!

Marx: "Dunque: come si muoveva il tutto ai miei tempi? Qui il capitale, qui le classi, qui la borghesia ecc., ecc."

E io:
FLASH
Simpatico Marx quando si scalda eh? Però mi permetto di dirgli:

G: "Anche noi, anche noi: capitale, classi, borghesia" FLASH

Marx: "Bravi!"

G: "Grazie."

Ho capito dopo che per lui bravi voleva dir coglioni! Affettuosamente si intende! Lho capito dal seguito.

Marx: "Bravi, la borghesia non cè più, o meglio, non conta, sbriciolata!"

E no eh? Qui mi incazzo! Un momento, non cè più. Oh Dio, non cè più la borghesia. Che detto da lui fa anche rabbia perché uno dice: allora cha preso per il culo fino adesso! No scusa!

G: "No scusa Marx i padroni eh? I capitalisti?"

E lui bello, con quegli occhi che vedono tutto:

Marx: "I padroni, i capitalisti non li vedo, nel senso che stanno diventando impersonali."

G: "Ma puttana miseria, io ho bisogno di aggrapparmi a qualcosa, ho bisogno di punti fermi!"

Marx: "Allora dovevi sognarti Gesù!"

G: "Già fatto grazie. Ma mi dica maestro la lotta di classe"

Marx: "La lotta di classe"

G: "Lasciami almeno la lotta di classe!"

E lui calmo:

Marx: "La lotta di classe"

G: "Più svelto maestro, dai!"

Marx: "La lotta di classe sarebbe ancora giusta"

G: "Oh, meno male!"

Marx: " se fossero chiare le classi!"

G: "Come non son chiare le classi? Uhè, allora non sei marxista? Eh? Scusa se mi incazzo Marx ma mi sembri un po spappolato eh? E limperialismo eh? Limperialismo dai, dai, su? Limperialismo?
Svelto dai, è letà, ma svelto su Marx."

Marx: "Ne parlavo col Lenin. E lassù che lo guarda, lui cè fissato. Dice che ne ha unimmagine un po sfuocata parla di pax, di pax americana. Dice che la pace è peggio della guerra."

G: "Sì, questo lha detto anche il mago delle carte prima, ma poi cosa guardi, cosa guardi ora se non cè più niente eh?"

Marx: "Non è vero che non cè più niente! I nemici ci sono più di prima, solo che si presentano in un altro modo, è tutto più la vedi la produzione? Era così, una bambina. Comè cresciuta eh? Che salute? Me la ricordo io, una bambina con i padri che: fai questo, fai quello! Roba da matti. Una donna, autonoma, va da sé, va da sé. Bisogna fare qualcosa"

Tira fuori la sua Laica col soffietto e
FLASH

Marx: "bisogna fare qualcosa FLASH, ah ho capito FLASH, è tutto più FLASH, interessante FLASH, ho capito, è tutto più è tutto più"

E il vecchio se ne andò ancheggiando lasciandomi nellangoscia più totale

G: "Il rullino! Il rullino! Non andare via, il rullino spediscimelo!"

Maledetto, testardo, fissato, anche con larteriosclerosi viene qui, vede che tutto si muove e scatta un cinquecentesimo è una mania, una mania, cavevo le idee così chiare, così precise
Scrivimi, scrivimi qualcosa! Che sennò magari tra una decina danni uno si alza e senza saperlo una mattina si trova lì davvero senza borghesia, senza classi, senza padroni e nella merda più di prima!!!

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