Cos’è il 41 bis e come funziona

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Il «carcere duro» per mafiosi e terroristi

Il 41bis, dall'articolo dell'ordinamento penitenziario, nasce con carattere emergenziale. La ratio del \"carcere duro\" era quella di interrompere la catena di comunicazione tra il detenuto e l'organizzazione criminale d'appartenenza. Introdotta nel 1986 con la legge n.663, la 'Legge Gozzini', dal nome del suo promotore. Era inizialmente pensata per il contrasto al terrorismo. Poi, venne estesa con un decreto del 1992 anche ai mafiosi all'indomani delle stragi di Capaci e via D'Amelio. La misura che avrebbe dovuto rimanere temporanea entra stabilmente nel sistema penitenziario italiano. Dal 2009 è possibile applicare il 41 bis per quattro anni ed è prorogabile per altri due anni. In Italia sono 12 le carceri attrezzate per il 41 bis, la più importante è quella de L'Aquila che ospita 121 detenuti sottoposti a questo regime. Come funziona? I detenuti sono in cella singola, hanno a disposizione due ore al giorno di socialità in gruppi da massimo quattro persone, gli è concesso un colloquio al mese videosorvegliato di un'ora dietro un vetro divisorio. Chi non usufruisce di tale concessione, dopo i primi sei mesi, può essere autorizzato a una telefonata al mese di dieci minuti. Altre limitazioni riguardano la corrispondenza (sottoposta a visto di controllo), i rapporti con l'esterno (somme, beni e oggetti che possono essere ricevuti), l'impossibilità di frequentare corsi scolastici: si può studiare solo per conto proprio. Il perimetro di applicazione di questa misura riguarda reati di stampo mafioso, reati terroristici, anche internazionali, e di eversione dell'ordine democratico. La revoca può avvenire su ordine del Tribunale di sorveglianza o la scadenza del termine senza che venga disposta la proroga. ( LaPresse/AP - CorriereTv ). Guarda il video su Corriere: https://video.corriere.it/cronaca/cos...

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