«Più spiagge libere, meno concessioni»: una protesta contro la privatizzazione del mare a Napoli

"Mare libero, pulito e gratuito". Recita così un cartello alzato verso il cielo, durante l’azione di Mare libero di Napoli, un collettivo che da sempre si espone per garantire agli abitanti della città il libero accesso alle spiagge, «bene di tutti». A Napoli «la situazione è tragica»: solo il 5% di spiaggia balneabile è libera e, in seguito a una delibera comunale risalente al periodo del Covid, poi confermata per "motivi di ordine pubblico", l’accesso è contingentato. In pratica possono accedervi solo poche persone, ma per poche ore e dopo aver prenotato attraverso un sistema digitale che, di fatto, limita ulteriormente la possibilità di fare un bagno. Inoltre gli accessi alle spiagge libere in molti casi sono gestiti dai concessionari, con orari ridotti, e spesso restano chiusi.

Abbiamo seguito gli attivisti dell’associazione durante l’azione “Presa della battigia”, organizzata per rivendicare il diritto ad accedere liberamente alla spiaggia libera, all’interno della più ampia battaglia portata avanti con l’obiettivo di sottrarre la spiaggia agli interessi dei privati e restituirla ai cittadini.

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