DOMENICA 16 GIUGNO - riflessione di Francesco Fiorillo

Così nel Vangelo di oggi, comprendiamo benissimo perché Gesù usa l’esempio del seme e del granello di senape per spiegarci il regno di Dio. Quello che sta a cuore al buon Dio è gettare un seme e lasciare che naturalmente e lentamente germogli, i passi lenti dell’amore. Non ama i meccanismi ancestrali, Dio, ma la semplicità e la spontaneità della natura stessa.

Lui getta il seme in qualsiasi terreno, sia se viene accolto o respinto, annaffiato o dimenticato, sia che dorma o vegli, sia di notte che di giorno, il seme cresce.

Il regno di Dio non ha bisogno di condizioni favorevoli per rendersi visibile e maturare, è di una potenza unica questa scelta di Dio, non ci sono condizioni, ambienti, situazioni dove il seme del regno non possa germogliare, lui è dappertutto, ha già tutto in sé: bellezza e forza. Non si appoggia alle condizioni esterne e ame tutto questo sa di miracolo, come egli stesso non lo sa.

La profezia della vita non è una perla da riporre e nascondere, non è un lusso da lustrare e difendere per il timore di sprecarla, la vita è questo seme che va gettato e sprecato, cosicché possa crescere e spuntare e generare a sua volta altri semi, e allora ti auguro con tutto l’amore che ho di imparare a dire anche tu: non lo so, sentirlo vibrare dentro per tornare ad essere terra umile e libera, non è il sapere ma il sapore che spinge avanti la vita.

Fraternità Monastero San Magno, Fondi (LT)
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