Come smettere di compiacere gli altri | Filippo Ongaro

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Ti sei mai chiesto cosa ti soddisfa veramente? Non cosa soddisfa i tuoi genitori, i tuoi familiari, i tuoi amici... cosa soddisfa proprio te.

📌 Ho conosciuto molte persone che hanno dedicato la vita a far felice qualcun altro, salvo poi ritrovarsi sommersi dai rimpianti. Ma un modo per riprendersi in mano la propria vita c'è, perchè non è mai troppo tardi: https://hubs.ly/H0hwVDP0

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Nella mia vita professionale e personale ho incontrato tante persone che hanno letteralmente vissuto una vita di qualcun altro, rinunciando a realizzare la propria esistenza per rimanere nella loro zona di comfort ed ottenere l’approvazione degli altri.

Uscire da questo spazio sicuro richiede fatica, ma allo stesso tempo ti permette di scoprire i tuoi veri bisogni e la tua missione in questa vita.

Quante volte si sente dire "ho pensato troppo a ottenere il riconoscimento", "ho pensato troppo che se facevo contenta quella persona sarei stato contento anch'io", ma la realtà umana non funziona così.

Sotto sotto quello che c'è in questi individui, è che non sono riusciti ad andare oltre la soddisfazione del bisogno di significato, cioè di sentirsi importanti per qualcuno, ma hanno completamente messo da parte il sentirsi importanti per se stessi. È invece da se stessi che deve venire il primo applauso, la prima congratulazione, la prima pacca sulla spalla!

Credo che moltissimo dipenda dalla modalità con cui i genitori nella fase iniziale della nostra vita ci vogliono bene. Io voglio credere che la stragrande maggioranza dei genitori ami in maniera genuina i propri figli, però purtroppo anche i genitori sbagliano e molto spesso non fanno altro che ripetere gli sbagli che hanno subito loro.

Quando i genitori entrano in una logica per cui l'affetto viene quasi sempre dato in maniera condizionale, cioè ti voglio bene se vai bene a scuola, ti voglio bene se sei stato bravo, ti voglio bene se sei obbediente, e non è detto che venga esplicato in questo modo ma si realizza in realtà in questo modo, ecco che ci abituiamo all'idea che se non fai qualcosa per quell'altro, quell'altro non ti darà affetto, non ti darà amore, non ti darà stima e dunque ad un certo punto quando cresciamo restiamo ancorati a questi meccanismi per cui cerchiamo di ripetere la stessa cosa anche con persone che non sono i nostri genitori ma che magari sono il nostro capo, il nostro partner o gli amici.

Penso che ci voglia un grande lavoro su se stessi per superare questa cosa. I punti da cui partire sono:

chiedersi che cos'è l'appagamento interiore.

Una domanda che ci si può fare è: “ma se non ci fosse nessuno intorno a me, nessun punto di riferimento, relazione, se non avessi famiglia, colleghi, capi, che cosa mi farebbe contento?”

Questa è una domanda profonda da cui viene fuori anche il senso di scopo, di missione della tua vita che non può che essere tuo.

Anche le grandi figure che vengono considerate esempi assoluti di altruismo, pensiamo a Gandhi e a Madre Teresa di Calcutta, prima di tutto io penso che appagassero un loro bisogno, che si è poi intersecato in modo sinergico con il bisogno di tanti altri.

la coerenza tra bisogni e valori.

I bisogni sono qualcosa di interiore, i valori sono qualcosa che è molto condizionato da come sei stato educato e dalla società in cui vivi. Io per riassumere questo concetto spesso descrivo i bisogni come il contenuto della tela e i valori come la cornice.

Una vita vissuta a pieno, significa una vita che coordina bisogni e valori a un livello molto profondo: soddisfare i tuoi bisogni profondi nel rispetto dei valori che consideri importanti.

abituarsi presto a critiche, rifiuti, sconfitte e fallimenti.

Se siete genitori cercate di capire questo anche in relazione ai vostri figli. Lasciate che i vostri ragazzi affrontino la possibilità di essere criticati, di essere rifiutati, di sentire il peso della sconfitta, perché è da là che si capisce quali sono i prossimi passi che devi fare.

Far crescere i ragazzi in una campana di vetro è il modo migliore per creare una persona che vivrà una vita in funzione degli altri e non di se stesso.

Ricordati che le persone che ti amano ti vogliono vedere veramente felice. Se uno ti ama onestamente, non vuole che tu lo compiaccia. Vuole che tu ti realizzi.

Se una persona non ti ama, credimi, non ti amerà mai perché provi a compiacerla, anzi, sfrutterà quella cosa per farti male.

Prova a partire da questi tre punti per migliorarti.

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