Progetto CAI: Marmarole, monitoraggio dello stambecco, settembre 2024

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Il progetto pluriennale di citizen science “Studiamo insieme lo stambecco” è coordinato da Davide Berton, referente anche del gruppo dei grandi carnivori in seno al CAI: un amico sempre immerso nella natura, preparatissimo sulla fauna alpina tanto da individuare rapidamente i camosci nascosti alla base di un masso o il branco di stambecchi distanti in linea d’aria, un chilometro e mezzo dal bivacco Tiziano! Questo bovide è un indicatore della salute degli ecosistemi alpini: la sua presenza nelle Alpi ricorda quanto sia importante preservare questi ambienti delicati per garantire la sopravvivenza delle specie che li abitano. Tutti gli individui viventi oggi discendono dal ceppo del Parco nazionale del Gran Paradiso, dopo che la popolazione era arrivata a meno di 100 individui durante il XIX secolo. La specie è attualmente elencata come a rischio minimo dalla IUCN.
Il progetto nasce per monitorare la colonia di ungulati presente nel cuore del Cadore a cui appartengono i gruppi montuosi dell'Antelao, seconda cima delle Dolomiti e del Sorapis, entrambe superiori ai 3 mila metri e la catena delle Marmarole alla quale noi tre dedichiamo la giornata di monitoraggio. In questa settimana di inizio settembre sono xxx i gruppi di volontari del CAI formati per il censimento, ma l’invito è rivolto a tutti i frequentatori di questo territorio ai quali si chiede di prender nota di pochi e semplici dati, relativi all’avvistamento nell’area di studio di gruppi o singoli esemplari di stambecco.
Ad oltre cinquant’anni dagli interventi di reintroduzione, lo studio è importante per conoscere l’attuale composizione, l’uso del territorio, lo stato di salute e la distribuzione della colonia. Trattandosi di una specie d’alta quota, adatta a terreni ripidi e accidentati vicino al limite delle nevi, i dati su questi mammiferi potranno servire anche per comprendere come l’animale si comporti di fronte ai mutamenti ambientali conseguenti al riscaldamento climatico in atto. L'innalzamento delle temperature potrebbe alterare la distribuzione delle piante di cui lo stambecco si nutre, spingendo la specie a migrare a quote più elevate, riducendo così il suo spazio vitale.

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