Ballarò - Berlusconi D'Alema Rutelli Alemanno (05/04/2005)

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Ballarò - Berlusconi D'Alema Rutelli Alemanno (05/04/2005)

Berlusconi a sorpresa a Ballarò, duello con D'Alema e Rutelli.
Il premier all'improvviso decide di andare ospite alla trasmissione di Floris.
Ammette la sconfitta e prova ad attaccare ma il presidente dei DS è implacabile.
Il presidente del Consiglio riconosce che "il risultato è pesante" ma conferma che non si dimetterà e porterà avanti il programma.

ROMA - Il colpo di scena si palesa alle nove di sera, su Raitre, nello studio di Ballarò, teoricamente in territorio nemico. E ha il volto sorridente di Silvio Berlusconi che si gode lo show introduttivo, satira pura, di un Gene Gnocchi con coriandoli e trombetta. Ma non è l’unica, clamorosa sorpresa della serata.

No perché ospiti di Giovanni Floris, oltre all’inatteso premier, che si presenta all’ultimo istante e quasi senza preavviso a sostituire «un ministro», sono niente meno che Massimo D’Alema e Francesco Rutelli, mentre Gianni Alemanno completa il parterre.

Insomma, roba da leccarsi i baffi. Perché questo è il primo, faccia a faccia tra Berlusconi e D’Alema in questa legislatura, e a vederli duellare, i due, colpiscono le risatine, e le battute, e quella certa simpatia reciproca che mai hanno negato.

E perché questa sorprendente serata, vede Berlusconi tornare a sfidare avversari con ruoli di leadership dopo il primo faccia a faccia con Occhetto nel ’94 e i due con Prodi del ’96.

Con ruoli di leadership, certo, ma non di competitor, sia chiaro: perché è vero che Berlusconi affronta la fossa dei leoni e va a sfidare ben due suoi avversari diretti, D’Alema e Rutelli, ma è anche vero che di faccia a faccia con Prodi, al momento non si parla.

Alla fine, comunque, il quadro è quello di una battaglia fatta di qualche colpo di spada alternato a ben più numerose stoccate di fioretto, a battute, ad allegri botta e risposta e qualche nervosismo (Berlusconi a un certo punto se la prende con una signora che applaude D’Alema).

Il commento del premier, una sferzata, arriva invece in diretta, alla fine: «Floris ha tecnica straordinaria, sa come far muovere il regista, quando fare no con la testa... Bravissimo: invece sulle mie reti mai ci sono state trasmissioni faziose».

Si comincia, con Berlusconi che chiosa Gene Gnocchi: «Apprezzo la sua performance, e a proposito della gratitudine umana, ricordo che l’ho avviato io alla professione...». Poi si entra nel vivo, e il premier stavolta ammette: «FI ha subito una sconfitta pesante, io da presidente di tutti gli italiani non ho fatto campagna elettorale, protagonisti sono stati i presidenti delle Regioni, questo è stato sicuramente un errore».

Una sconfitta, dirà poi, causata soprattutto da FI, perché «gli alleati tengono, la Lega cresce addirittura dello 0,5%» e dunque la promessa è che «tornerò a guidare il mio partito, farò campagna elettorale, ho cominciato stasera venendo qui».

Una sconfitta dovuta alla «vittoria chiarissima» del centrosinistra che comunque ha tanti alibi, ma che - avverte il premier - non porterà affatto alle sue dimissioni.

Viene infatti respinto il «consiglio» di D’Alema di fare come lui nel 2000, quando perse le Regionali e si dimise perché si rese conto, dice, di non avere più in mano la sua maggioranza: «La situazione è assolutamente diversa: D’Alema non era stato eletto dagli italiani, cercava una legittimazione che non ha avuto dopo una spericolata operazione». Pronto l’altro: «Che altro non è che il voto del Parlamento sulla base della costituzione tanto spericolata che la state distruggendo...».

Ma in sostanza, Berlusconi ribadisce: nessun passo indietro, perché «io ho dimostrato di avere la leadership della mia coalizione in quattro anni», e perché semmai questa è l’ora di «rinserrare le fila e mettere a fuoco le cose da fare», perché lui è «assolutamente convinto di non perdere le prossime elezioni».

Con qualche precisazione. Berlusconi sminuisce la portata delle sue dichiarazioni a Panorama : non lui ma «molti italiani» ritengono la sinistra pericolosa e illiberale. Poi, conferma: sulla riforma costituzionale si va avanti, sulla legge elettorale bisognerà intervenire perché «è obbligatorio farlo, votano gli italiani all’estero» e sarà cambiato «l’illiberale» legge sulla par condicio.

Infine, una sorpresa: avevano iniziato beccandosi di brutto Berlusconi e Rutelli, con il primo che accusava il secondo di essere incapace di «dire nome e cognome» senza mentire; si finisce con Rutelli che racconta di quando il premier gli confessò che era stato bravo a rimontargli tanti voti, e gli fa «fosti umano, te lo ricordi?», e l’altro, sornione: «Lo sono sempre... Ma questo fatto non lo ricordo...».

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