Nèd in bulgnaiṡ (nati in bolognese) - Dialetto bolognese intramurario: Alessandro Mandrioli

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Alessandro Mandrioli, nato nel 1949, dialetto bolognese intramurario: si tratta della variante di bolognese parlata nel centro storico racchiuso (un tempo) all'interno delle antiche mura, e caratterizzata dall’apertura delle vocali (ad esempio, in provincia si dice balòn / balåun / balòun, mentre in città si dice balån).
In ragione dell’inurbazione e dell’arrivo di tanti nuovi bolognesi dalla provincia, è sempre più raro sentire parlare in modo spontaneo il bolognese intramurario, da molti identificato come “petroniano”: Alessandro, che spesso interpreta il Dottor Balanzone, ne è un ottimo esempio!

"Nèd in bulgnaiṡ (nati in bolognese) - registrazione di parlanti madrelingua bolognesi" è un progetto del Club Il Diapason insieme a Loop Creazioni Multimediali, da un'idea di Roberto Serra e Claudio Mazzanti, realizzato con il supporto della Regione Emilia-Romagna.
L'area bolognese, ancor più di altre parti d’Italia, sta vivendo un rapido regresso dell’utilizzo della lingua locale: al giorno d’oggi risulta sempre più difficile sentire parlanti madrelingua conversare fluentemente in bolognese evitando di inframezzarlo all’italiano.
In particolare, nei nati dagli anni ’50 in poi si assiste ad una progressiva perdita della proprietà di linguaggio, con sempre maggiore difficoltà nel sostenere lunghe conversazioni e strutture sintattiche complesse: ciò si accompagna inoltre ad un sempre più evidente abbandono del lessico più autentico, con l’utilizzo di forme appiattite sull’italiano, lingua predominante nel contesto della vita quotidiana. Appare dunque di estrema urgenza documentare parlanti madrelingua bolognesi conservativi, in grado di conversare in bolognese in modo spontaneo e con una fonetica ed una prosodia autentiche.
Tali aspetti non sono apprezzabili attraverso le fonti scritte, oggi predominanti, né attraverso le brevi registrazioni audiovideo presenti in rete, che spesso sono limitate a parole o frasi corte ed isolate dal contesto narrativo. Si è prestata dunque estrema attenzione alla preliminare selezione dei parlanti: mentre in provincia, infatti, è più agevole trovare parlanti idonei con un dialetto autentico ed una fonetica conservativa, è apparsa da subito più difficoltosa la ricerca di parlanti della variante cittadina intramuraria, a causa del più rapido declino in città dell’uso della lingua locale.Nèd in bulgnaiṡ (nati in bolognese) - registrazione di parlanti madrelingua bolognesi
Franco Franchi, nato nel 1935, dialetto bolognese intramurario

Franco Franchi, nato nel 1935, dialetto bolognese intramurario: si tratta della variante di bolognese parlata nel centro storico racchiuso (un tempo) all'interno delle antiche mura, e caratterizzata dall’apertura delle vocali (ad esempio, in provincia si dice balòn / balåun / balòun, mentre in città si dice balån).
In ragione dell’inurbazione e dell’arrivo di tanti nuovi bolognesi dalla provincia, è sempre più raro sentire parlare in modo spontaneo il bolognese intramurario, da molti identificato come “petroniano”: Franco ne è un ottimo esempio!
Grazie all’amico Simone Maggioreni per averci messi in contatto con il suo simpaticissimo nonno.

"Nèd in bulgnaiṡ (nati in bolognese) - registrazione di parlanti madrelingua bolognesi" è un progetto del Club Il Diapason insieme a Loop Creazioni Multimediali, da un'idea di Roberto Serra e Claudio Mazzanti, realizzato con il supporto della Regione Emilia-Romagna.
L'area bolognese, ancor più di altre parti d’Italia, sta vivendo un rapido regresso dell’utilizzo della lingua locale: al giorno d’oggi risulta sempre più difficile sentire parlanti madrelingua conversare fluentemente in bolognese evitando di inframezzarlo all’italiano.
In particolare, nei nati dagli anni ’50 in poi si assiste ad una progressiva perdita della proprietà di linguaggio, con sempre maggiore difficoltà nel sostenere lunghe conversazioni e strutture sintattiche complesse: ciò si accompagna inoltre ad un sempre più evidente abbandono del lessico più autentico, con l’utilizzo di forme appiattite sull’italiano, lingua predominante nel contesto della vita quotidiana. Appare dunque di estrema urgenza documentare parlanti madrelingua bolognesi conservativi, in grado di conversare in bolognese in modo spontaneo e con una fonetica ed una prosodia autentiche.
Tali aspetti non sono apprezzabili attraverso le fonti scritte, oggi predominanti, né attraverso le brevi registrazioni audiovideo presenti in rete, che spesso sono limitate a parole o frasi corte ed isolate dal contesto narrativo. Si è prestata dunque estrema attenzione alla preliminare selezione dei parlanti: mentre in provincia, infatti, è più agevole trovare parlanti idonei con un dialetto autentico ed una fonetica conservativa, è apparsa da subito più difficoltosa la ricerca di parlanti della variante cittadina intramuraria, a causa del più rapido declino in città dell’uso della lingua locale.

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