"Dimenticare significa perdere l’eredità di una lotta che è ancora inconclusa. Non dimenticare obbliga a comprendere, a smascherare, a continuare quella lotta. Per combattere questo nuovo fascismo non ci saranno i vostri nonni, o i padri dei vostri nonni. Affrontarlo toccherà a voi”. Partigiano "Fuoco" (Ennio Sardelli)
LA RESISTENZA ITALIANA ANTI-NAZIFASCISTA:
Per combattere il dominio nazifascista si era organizzata la Resistenza, formata dai Partigiani.
Questi erano uomini, donne, giovani, anziani, preti, militari, persone di diversi ceti sociali, diverse idee politiche e religiose, ma che avevano in comune la volontà di lottare personalmente, ognuno con i propri mezzi, per ottenere in patria la democrazia e il rispetto della libertà individuale e l'uguaglianza.
La Resistenza fu guerra patriottica di liberazione dall'oppressione nazifascista, nella quale gli italiani riscattarono la dignità del Paese e contrapposizione di culture: da una parte la cultura della forza, della violenza, della subordinazione dell’individuo allo stato, il nazionalismo, il razzismo, l'antisemitismo, dall'altra la cultura della pace, della democrazia, della tolleranza, della solidarietà e la lotta per una società libera e giusta.
La Resistenza italiana ha fornito un determinante aiuto militare agli eserciti alleati e tuttavia, ciò che più la caratterizza, è la volontà di tanti, uomini e donne, di reagire, a costo di grandissimi sacrifici, alla sopraffazione e di costruire un progetto di libertà per il futuro del proprio paese.
Quarantacinquemila partigiani caduti, ventimila feriti o mutilati, settecentomila soldati italiani internati nei lager tedeschi dopo l'8 settembre 1943, 40.000 cittadini italiani, tra ebrei, oppositori politici, operai in sciopero, deportati nei lager tedeschi dai quali ben pochi ritornarono, gli operai e i contadini, per la prima volta partecipi di una guerra popolare senza cartolina precetto, una formazione partigiana in ogni valle alpina o appenninica: questa fu la Resistenza italiana.
Le donne partigiane combattenti furono 35 mila, e 70 mila fecero parte dei Gruppi di difesa della Donna. 4653 di loro furono arrestate e torturate, oltre 2750 vennero deportate in Germania, 2812 fucilate o impiccate. 1070 caddero in combattimento, 19 vennero, nel dopoguerra, decorate di Medaglia d'oro al valor militare.
Durante la Resistenza le vittime civili di rappresaglie nazifasciste furono oltre 10000. Altrettanti gli ebrei italiani deportati; dei 2000 di loro rastrellati nel ghetto di Roma e deportati in Germania se ne salvarono soltanto 11. Tra il 29 settembre e il 5 ottobre 1944 nella valle tra il Reno e il Setta (tra Marzabotto, Grinzana e Monzuno), i soldati tedeschi massacrarono 7 partigiani e 771 civili e uccisero in quell'area 1830 persone. Per quella strage soltanto nel gennaio del 2007 il Tribunale militare di La Spezia ha condannato all'ergastolo dieci ex SS naziste.
Dalla Resistenza è nata la Costituzione repubblicana che Piero Calamandrei ha definito come "Resistenza tradotta in formule giuridiche" ed è la Resistenza che ha consentito, il 25 Aprile del 1945, la riunificazione dell'Italia per 20 mesi spaccata in due, nella libertà e nell'indipendenza. Se ciò non fosse accaduto la nostra nazione sarebbe scomparsa dalla scena della storia, su cui si era finalmente affacciata come stato moderno nel 1861, con il compimento del moto risorgimentale.
GLORIA ETERNA AI PARTIGIAN
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