Giovan Battista Moroni

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Allievo del Moretto, rinnovò il genere della ritrattistica. In piena epoca di concilio, Moroni fu chiamato a Trento dalla famiglia Madrusso, per la quale eseguì il Ritratto di Gian Ludovico (National Gallery, Washington) e di Gian Federico (Artistic Institute, Chicago). Al ritorno ad Albino, la sua attività s'intensificò e ricevette commissioni dalla zona di Brescia e di Bergamo, eseguì anche parecchie opere d'ispirazione religiosa, tra cui una Deposizione di Cristo (1566, Accademia Carrara, Bergamo). Nonostante la forte suggestione presente in alcuni dei dipinti sacri, sono i ritratti la vera novità stilistica del Moroni. Realismo, cura dei particolari e analisi introspettiva si accompagnano alla descrizione dell'ambiente. Dipinti con toni di colore freddo, i personaggi di Moroni rifiutano qualsiasi etichetta; l'artista intende soltanto rispecchiare fedelmente la realtà. Si ricordano, tra le altre opere, Il sarto (National Gallery, Londra), del 1557 "la Badessa Lucrezia Agliardi" (Metropolitan Museum of Art, New York), del 1560 "il Cavaliere in rosa" (collezione Moroni, Bergamo) e, del 1563, "Pietro Secco Suardo" (Uffizi, Firenze).

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