Liguria di Ponente- Borghi Antichi -Taggia HD

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Il centro storico di Taggia è situato nell'immediato entroterra della valle Argentina, mentre Arma è una località balneare. Tra i due centri vi è la zona denominata Levà (il nome deriva dalla denominazione romana per indicare un'area rialzata).
Dista da Imperia circa 16 km.
Il territorio comunale è tuttavia molto esteso, perché coincide con la bassa valle del Torrente Argentina, dalla confluenza del torrente Oxentina, presso la località San Giorgio, fino al mare. Si tratta di un ampio settore di entroterra caratterizzato da estese colture - soprattutto oliveti - nella fascia collinare e da estesi boschi nella sua porzione montana, che raggiunge il Monte Faudo, massima elevazione del Comune con i suoi 1149 metri.
Taggia è una delle città più ricche di opere d’arte di tutta la Liguria. Passeggiare nel suo centro storico significa fare un salto indietro nel tempo, dal Medioevo più profondo fino al secolo scorso. Oggi vi propongo di scoprire il borgo partendo da poco dopo l’inizio del ponte romanico, imponente nelle sue sedici arcate.
Secondo fonti locali i primitivi insediamenti umani andrebbero ricercati già nell'epoca preromana, dove gli storici non escludono un probabile luogo di culto — dedicato al dio ligure Belleno — nella zona denominata di Capo Don (nel comune di Riva Ligure). La più antica testimonianza del luogo risale tra il X e il VII secolo a.C., grazie al ritrovamento di antiche tombe cinerarie sul sovrastante Monte Grange, dove sorgeva un castelliere ligure che aveva anche funzione di emporio commerciale, aperto alle importazioni da tutto il Mediterraneo. Subì quindi la dominazione romana a partire dal I secolo a.C.
Ai piedi del capo continuò a funzionare un porto-canale, nei cui pressi, in età imperiale, vennero costruite alcune ville rustiche e una stazione di posta che nella celebre Tabula Peutingeriana era ricordata come Costa Balenae. La zona era servita dalla via Julia Augusta, che attraversava tutta la Liguria di Ponente. Presso Costa Balenae piegava verso l'interno, superando il torrente nei pressi dell'abitato attuale. Scavi archeologici intrapresi poco prima del 1940 e poi ampliati a partire dagli anni ottanta del secolo XX hanno portato alla luce i resti di un edificio di culto con un'area sepolcrale e la vasca ottagonale di un importante battistero paleocristiano. All'interno della valle, tra V e VI secolo si sviluppò invece l'insediamento fortificato di Campomarzio o Castel San Giorgio, caposaldo del sistema difensivo bizantino in Liguria (il cosiddetto Limes).
Il villaggio venne distrutto e abbandonato molto verosimilmente durante l'invasione longobarda di Rotari del 641, che portò alla decadenza anche di San Giorgio.
Fin dall'epoca longobarda vi operavano i monaci colombaniani della potente abbazia di San Colombano di Bobbio, attivissimo centro di evangelizzazione e di rinascita agricola sotto la protezione del Papa. Essi a partire dal vasto feudo reale ed imperiale monastico, di cui facevano parte l'abbazia di San Dalmazzo di Pedona presente nell'opera di evangelizzazione nella valle Argentina, e anche Abbazia di Lerino sulla costa, diedero impulso all'agricoltura con il recupero di aree incolte o abbandonate, le bonifiche e le migliorie agronomiche con il recupero e la diffusione di oliveti (fra cui la cultivar di oliva taggiasca), vigneti, castagneti, mulini, frantoi, ecc. I monaci diedero, inoltre, un notevole apporto alimentare grazie agli allevamenti e alla conservazione degli alimenti, proteine e grassi, come olio, burro, formaggi, salumi, grazie a sale e spezie; inoltre si adoperarono per la riapertura delle vie commerciali e delle vie del sale e il commercio dalla marittima ligure lungo le valli appenniniche verso la pianura con scambi di merci varie come olio, sale, legname, carne, ecc.

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