6 - Watson e la psicologia del comportamento - Luciano Mecacci

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John Broadus Watson nasce in una cittadina dello stato americano del South Carolina, il 9 gennaio del 1878. Dopo gli studi al Furman College di Greenville, si iscrive all'Università di Chicago, dove segue il corso di filosofia di John Dewey e dove prepara un dottorato in psicologia sotto la guida del funzionalista James. R. Angell. Nel 1903 presenta la sua tesi sull'acquisizione delle abitudini negli animali, che determina l'orientamento dei suoi studi successivi. A soli trent'anni ha inizio per Watson una brillante carriera accademica: nominato professore alla Johns Hopkins University di Baltimora, inizia a insegnare psicologia sperimentale e comparata, mentre prosegue le sue ricerche sul com­portamento animale. Gradualmente Watson si distacca dagli indirizzi psicologici a lui contemporanei e matura una posizione decisamente polemica nei confronti del funzionalismo e dello strutturalismo, basati sull'introspezione come metodo d'indagine fondamentale dei contenuti mentali. Nel 1913 esplicita la sua posizione in un articolo dal titolo La psicologia così come la vede il comportamentista, che pubblica sulla più importante rivista americana di psicologia, la "Psychological Review". Lo scritto, dal tono critico e dirompente, viene assunto a manifesto di un nuovo orientamento di ricerca psicologica, il comportamentismo, che definisce il comportamento osservabile e misurabile come unico legittimo oggetto d'indagine, rilevabile con metodi sperimentali obiettivi. L'anno successivo, nell'opera Il comportamento: introduzione alla psi­cologia comparata, individua nella sperimentazione sugli animali il solo mezzo per far uscire la psicologia dalla non scientificità interpretativa. La formulazione del comportamentismo, che avrà larga diffusione negli anni successivi, procura a Watson importanti riconoscimenti; nel 1915 l'autore è nominato presidente dell'Associazione psicologica americana. Dopo aver lavorato, durante la Prima guerra mondiale, come psicolo­go militare, torna alla Johns Hopkins University e porta avanti le sue ricerche. Ma nel 1920 la sua carriera accademica subisce un brusco arresto: innamorato della sua assistente Rosalie Rayner, divorzia dalla moglie, provocando grande scandalo nell'ambiente universitario che non ammette la presenza di un docente divorziato. Watson è allora costretto a lasciare l'insegnamento e va incontro a una grande svolta: reclutato dalla J. Walter Thompson Company, inizia a lavorare nella pubblicità, trasferendo le sue ricerche nel campo della psicologia ap­plicata al marketing. Contemporaneamente prosegue nei suoi studi e pubblica opere tra cui Il comportamentismo, del 1924, e La cura psico­logica del bambino e del fanciullo, del 1928, che contiene le sue teorie sull'educazione infantile. Watson muore nel 1958, all'età di ottant'anni.

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