Federico García Lorca - Morto d'amore

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Federico García Lorca
Morto d'amore, a Margarita Manso
Romancero gitano (1924/1927)
da: "Federico García Lorca
Tutte le poesie e tutto il teatro"
A cura di Claudio Rendina e Elena Clementelli
Edizioni integrali con testo spagnolo delle poesie a fronte
Newton Compton editori

Lettura di Luigi Maria Corsanico

Disegni originali di Federico García Lorca

Asturiana de Manuel de Falla
Nadège Rochat, cello
Rafael Aguirre, guitarra

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13. Morto d'amore

a Margarita Manso


Cosa risplende
nelle alte gallerie?
Chiudi la porta, figlio mio:
sono suonate le undici.
Nei miei occhi, senza volere,
splendono quattro lanterne.
Saranno quelli
che lucidano i rami di cucina.

*

Specchio di languido argento
la luna calante mette
gialle parrucche
sulle gialle torri.
La notte tremante bussa
ai vetri dei balconi,
inseguita dai mille
cani che non la conoscono,
e un odore di vino e ambra
sbuca dalle gallerie.

*

Brezze di canna umida
e suono di voci antiche
echeggiavano nell'arco
rotto della mezzanotte.
Buoi e rose dormivano.
Solo per le gallerie
i quattro lumi squillavano
col furore di San Giorgio.
Tristi donne della valle
portavano il sangue di uomo,
tranquillo di fiore reciso
e amaro di coscia giovane.
Vecchie donne del fiume
piangevano sotto il monte
un minuto insuperabile
di capigliature e nomi.
Facciate di calce rendevano
quadrata e bianca la notte.
Serafini e gitani
suonavano fisarmoniche.
Madre, quando morirò,
lo sappiano i signori.
Manda telegrammi azzurri
che vadano da Sud a Nord.
Sette gridi, sette sangui,
sette papaveri doppi,
ruppero opache lune
nelle oscure gallerie.
Pieno di mani recise
e di coroncine di fiori,
il mare dei giuramenti
risuonava, chissà dove.
E il cielo sbatteva la porta
al brusco rumore del bosco,
mentre squillavano le luci
nelle alte gallerie.

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