BASKET: Ginobili dice basta, il fuoriclasse argentino saluta a 41 anni | VIDEO

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L’emozione e il grazie collettivo hanno subito inondato il web. A 41 anni, dopo aver vinto tutto quello che c’era da vincere, riuscendo a farlo senza banalità, l’addio di Manu Ginobili era più che plausibile, atteso, inevitabile. Eppure il saluto dell’argentino, anticipato da un tweet e dal suo grazie a tutti, ha l’effetto doloroso di una separazione ancora non considerata dai fans. Grazie dunque, quello di Marco Belinelli e di Ettore Messina, il coach che ringrazia per gli insegnamenti e per il modo di essere. Poesia applicata al basket, atleta di qualità non comuni, per intelligenza e classe, la mano mancina a dominare con invenzioni complicate anche solo da pensare. Uno dei pochi a saper coniugare vittorie, ovunque, e spettacolo. L’arrivo in Italia a Reggio Calabria nel ‘98, una delle tante scoperte di Gaetano Gebbia, come Sconochini e Delfino, da quella Bahia Blanca che sarebbe diventata un tormentone tutto italiano grazie alle sue qualità. Ci vuol poco a vederle. Anche se in Virtus sono indecisi se prendere lui o Meneghin. Ci vuole anche un pizzico di fortuna. Manu arriva e domina, mettendoci dei flash, come la stoppata su Myers, con doppio balzo a distanza di una frazione di secondo, che resteranno nella storia del gioco. L’ombra di danilovic pesa all’inizio, poi quando Sasha saluta il direttore d’orchetsra diventa lui. Grande Slam nel 2001, con la luccicante Eurolega, oltre a scudetto, entrambi da Mvp e a una delle 2 Coppa Italia. Due stagioni, quanto basta per finire sulla parete della Porelli e nel cuore di tutti, virtussini e non solo. C’era chi veniva a abOlogna senza particolari simpatie bianconere, solo per vederlo giocare. Sapendo che non sarebbe durata a lungo. L’Nba è infatti l’approdo naturale, San Antonio la casa dei trionfi Usa: 4 anelli e svariati riconoscimenti individuale, All Star nba e miglior sesto uomo. Nel frattempèo, l’Olimpo anche in nazionale argentina. L’oro Olimpico ad Atena 2004, anche questo da miglior giocatore, l’argento Mondiale, due campionati americani. E il rispetto del mondo, dei più forti, lui apparentemente normale nella terra dei superuomini e dei santoni alla Popovich, che l’ha indicato come esempio per tutti. Arrivando con la testa e il talento a stare in campo fino a 41 anni. Fino a poche ore fa.

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