Verona, la bellezza romana nascosta sotto Piazza Erbe

I viaggi nel tempo non si fanno con marchingegni fantascientifici.
Basta leggere gli strati lasciati dalla storia, perché quando questo succede, si entra in contatto con le radici inviolate, quelle che hanno iniziato e segnato il percorso della nostra civiltà.

A Verona succede spesso. La bellezza della città si incontra in ogni angolo, dove si possono scorgere i segni lasciati dal tempo nelle varie epoche che si sono succedute. Insomma, un vero e proprio museo a cielo aperto.

Ma se si scende, in senso letterale e materiale, si scoprono tesori di inestimabile valore.
Come ad esempio nelle cantine del ristorante 12 apostoli, condotto oggi da Antonio Gioco e dal figlio Filippo, eredi del grande maestro Giorgio.

Alla fine degli anni '80 la famiglia decise di sistemare gli scantinati.
E scoprì un tesoro: il basamento di un antico tempio di culto imperiale, quello dell'antica Curia romana e la strada che li divideva. E in mezzo, la strada, il cardo sinistrato ultrato dove ancora sono visibili i segni lasciati dai carri che per secoli hanno solcato queste pietre.

Un mondo antico riaffiorato quasi per caso (per la verità tutta Verona è ricchissima di testimonianze straordinarie, ma un concentrato come questo, calpestabile, non s'è da nessuna parte) e che ha riempito le cronache dell'epoca.

Ma Antonio e la sua famiglia si sono spinti anche oltre e hanno commissionato la costruzione di un plastico, tuttora ammirabile nelle cante del ristorante 12 apostoli, che ricostruisce scientificamente quello che doveva essere lo scenario urbano dell'epoca.

Insomma, un viaggio sotterraneo che rivela una grande bellezza, a poche decine di metri da Piazza Erbe, l'antico Foro Romano, il fulcro della vita cittadina di 20 secoli fa e oltre.

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