Fernando Pessoa: PORTO DENTRO IL MIO CUORE - Le videopoesie di Gianni Caputo
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Porto dentro il mio
cuore,
come un cofanetto
pieno che non si
può chiudere,
tutti i luoghi dove
sono stato,
tutti i porti a cui
sono arrivato,
tutti i paesaggi che
ho visto da finestre
o da oblò,
o dai ponti di poppa
delle navi,
sognando,
e tutto questo, che
è tanto, è poco per
quello che voglio.
Ho viaggiato per
più terre di quelle
che ho toccato...
Ho visto più
paesaggi di quelli
su cui ho posato gli
occhi...
Ho fatto esperienza
di più sensazioni
di tutte le
sensazioni che ho
sentito,
perché, per quanto
sentissi, sempre
qualcosa mi
mancava,
e la vita sempre mi
afflisse, sempre fu
poco, e io infelice.
Non so se la vita è
poco o è molto per
me.
Non so se sento
troppo o poco, non
so
Se mi manca lo
scrupolo spirituale,
il punto di
Appoggio
dell'intelligenza,
la consanguineità
con il mistero delle
cose, scossa
ai contatti, sangue
sotto i colpi, fremito
ai rumori,
o se un altro
significato più
comodo e felice c'è
per questo.
Sia come si vuole,
era meglio non
essere nato,
perché , per quanto
interessante in ogni
momento,
la vita finisce per
dolere, nauseare,
tagliare, radere,
stridere,
a dar voglia di
urlare, saltare,
restare per terra,
uscire
fuori da tutte le
case, da tutte le
logiche
e da tutte le
pensiline,
e andare a essere
selvaggi verso la
morte fra alberi e
oblii,
fra cadute, e
pericoli e assenza
del domani,
e tutto ciò dovrebbe
essere un'altra cosa
più vicina a ciò che
penso,
a ciò che penso o
sento, che non so
nemmeno
cosa sia, oh vita
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