10. Platone e il Cratilo

Nel Cratilo si sofferma sulla questione del linguaggio.

Secondo Platone, il linguaggio è stato concepito per discernere la natura delle cose e quindi per discernere che quella è una sedia e non è una poltrona per esempio. Se noi conosciamo il nome conosciamo anche il significato di quel nome nella nostra convenzione linguistica, ossia conosco quella cosa. questo perché tu sai che la parola sedia corrisponde a quell’oggetto che conosci. Ma se io adesso ti dicessi una parola di un oggetto che non conosci non potresti far corrispondere nella tua mente quella parola a quell’oggetto. E quindi, i nomi presuppongono la conoscenza delle cose.

Nel Cratilo si contrappongono 3 teorie:

1. quella degli eleati, dei megarici, dei sofisti e di Democrito è la prima tesi secondo cui il linguaggio è semplicemente una convenzione scelta dall’uomo.
2. La seconda tesi è quella di Cratilo che riteneva che il linguaggio è il prodotto di un’azione causale delle cose.
3. Secondo Platone, il linguaggio è un prodotto dell’uomo e serve per creare un ponte tra l’uomo e la conoscenza delle cose.

Il Cratilo rappresenta un vero e proprio ponte che porta dal primo periodo dedicato prevalentemente agli insegnamenti del suo maestro Socrate e il secondo periodo dedicato alla teoria delle idee. Infatti nel Cratilo, Platone, fa esplicito riferimento alle idee. Un’idea, anche detta sostanza, è ciò che l’oggetto è.

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A presto. Dott.ssa Laura Pirotta, psicologa clinica.

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