Apnee Notturne: come riconoscerle, come curarle

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Le apnee notturne, quei brevi momenti in cui il respiro si arresta perché il flusso di aria è impedito da ostruzioni a livello nasale o del faringe, sono un fattore di rischio importante per lo sviluppo di numerose patologie (ipertensione, ictus, eventi cardiovascolari) legati al fatto che durante le apnee l’ossigenazione del sangue diminuisce pericolosamente e il cuore è sottoposto ad uno sforzo maggiore, ma sono anche causa di sonnolenza diurna che spesso può causare colpi di sonno responsabili di incidenti stradali (tant’è che in molti paesi europei nella patente è richiesto l’inserimento di dati relativi a questa condizione e anche in Italia si sta pensando ad una normativa del genere). Ma come si possono riconoscere dal momento che a parte il russamento e i bruschi risvegli chi soffre di OSAS (Obstruction Sleep Apnea Syndrome) quindi di Apnee Ostruttive del Sonno non ha la consapevolezza del disturbo? E quale percorso diagnostico e terapeutico può essere proposto per ogni paziente? Lo abbiamo chiesto al prof. Stefano Di Girolamo, Direttore dell'Unità di Audiologia e Foniatria del Policlinico Tor Vergata di Roma che ci ha spiegato come, oltre all’esame clinico e all’anamnesi attenta, per una diagnosi corretta sia necessario ricorrere ad una polisonnografia che registra durante le fasi del sonno 8 parametri vitali (ritmo cardiaco attività cerebrale, ossigenazione…) e in alcuni casi ad una sleep endoscopy che mostra il livello di ostruzione delle vie aeree. Il passaggio successivo, ossia il trattamento delle apnee, ha tre livello di intervento: il primo è il controllo del peso perché una fra le cause più frequenti di apnee ostruttive nel sonno è l’aumento ponderale dal momento che i tubi dove passa l’aria sono rivestiti da tessuto adiposo che aumentando crea una pressione maggiore che impedisce il passaggio dell’aria, ma non sempre la perdita di peso è un obiettivo facilmente raggiungibile in breve tempo. Un altro approccio è quello che utilizza la C Pap, un compressore che pompa aria nelle vie aeree durante il sonno, che prevede però l’utilizzo di una mascherina durante la notte e che può non essere ben tollerata. Una terza opzione, la più invasiva, è quella che prevede i l ricorso alla chirurgia, e viene riservata solo ai casi che non rispondano agli altri trattamenti e che abbiano un alto rischio per la salute.