Sonno: la quantità e la qualità incidono sulla nostra salute

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Passiamo circa un terzo della nostra vita dormendo eppure quel che succede quando chiudiamo gli occhi e ci abbandoniamo alle varie fasi che lo caratterizzano resta in parte ancora circondato da un alone di mistero, come del resto i sogni che da sempre sono studiati ed interpretati. E se sappiamo per certo che una privazione di sonno prolungata può provocare danni fisici e psichici è però vero che moltissime persone soffrono di disturbi del sonno, che vanno dall'insonnia (che non vuol necessariamente dire dormire poco ma piuttosto dormire male) alle apnee respiratorie, dal bruxismo alla sindrome delle gambe senza riposo... tutti problemi che interferiscono con la qualità del sonno. E per parlare del sonno e di tutto ciò che lo caratterizza abbiamo incontrato il Prof. Salvatore Giaquinto, Specialista in Neuropsichiatria e Neurofisiologia, Libero Docente in Clinica delle Malattie Nervose e Mentali che ha studiato a lungo i meccanismi neurofisiologici del sonno e che ci ha spiegato come, grazie all'elettroencefalogramma e alla polisonnografia sia stato possibile comprendere meglio i vari passaggi del sonno, caratterizzati da varie fasi in cui si alternano periodi di sonno profondo a periodi di sonno meno profondo e a fasi cosiddette REM (rapid eye movement) caratterizzate da rapidi movimenti oculari che corrispondono anche alla fase in cui si sogna, della durata di circa 15 minuti e che si ripetono almeno 4 volte nell'arco di una notte. Come dicevamo il sonno è una necessità fisiologia del nostro organismo e cambia a seconda delle età, passando dalle 17 ore di un neonato alle dieci di un bambino, alle 7 circa di un adulto fino alle 6 di un anziano. Il ritmo sonno veglia, il cosiddetto ritmo circadiano, influenzato dalla luce e dalla temperatura è caratterizzato, nella fase notturna, da una modifica dei parametri biologici - dalla pressione alla temperatura al ritmo del respiro - e dalla produzione di alcuni ormoni, primo fra tutti la melatonina che induce il sonno e si riduce nelle fasi che precedono il risveglio, ma anche la prolattina, il cortisolo, e altri ormoni ipofisari che se prodotti nella giusta quantità ci fanno svegliare riposati e pieni di energia ma se in alcuni casi, come ad esempio nella depressione, non c'è sufficiente produzione di sostanze attivatrici, possono rendere particolarmente critico il momento del risveglio mattutino. Fra i vari ormoni abbiamo citato la melatonina, considerata un po' il nostro clock biologico e il suo utilizzo può essere utile per superare il jet lag, quello sfasamento temporale legato ad un viaggio in un fuso orario diverso.
Ma l'insonnia e la difficoltà di dormire il più delle volte insorgono anche senza viaggiare, ed è importante comprendere che la parola insonnia non sta tanto ad indicare la scarsa durata del sonno - ci sono molte persone, i cosiddetti short sleepers che dormono poche ore per notte ma si svegliano riposati - ma la cattiva qualità del sonno, caratterizzata da difficoltà ad addormentarsi, risvegli frequenti, sensazione di stanchezza al mattino... in quei casi è importante andare a correggere alcune abitudini che potrebbero favorire l'insonnia e quindi fare esercizio fisico almeno 4 ore prima di andare a dormire e non subito prima, non assumere eccitanti come caffè o alcool, evitare situazioni emotivamente accese come discussioni... Accanto all'insonnia però vi sono molte altre forme di disturbi del sonno come ad esempio la narcolessia (con improvvisi colpi di sonno diurni) l'enuresi (la pipì a letto dei bambini), il pavor (svegliarsi con un improvviso terrore immotivato), la sindrome delle gambe senza riposo che rende difficile riposare ma che il professore ci spiega come si può curare, il bruxismo, il sonnambulismo... Un disturbo a parte è invece caratterizzato dalle apnee nel sonno, quei momenti di sospensione del respiro che possono essere causate dall'ostruzione delle vie aeree in soggetti sovrappeso, forti russatori... e che possono nel tempo, se non curate, portare anche a disturbi fisici come il cuore polmonare cronico a causa della sofferenza cardiaca. Infine con il Professore parliamo della Sindrome di Ondine, la morte improvvisa nel sonno di quei bambini in cui il sistema neurovegetativo non funziona correttamente e il respiro si blocca quando si addormentano, una sindrome fortunatamente molto rara che colpisce solo 1 neonato su 200.000.

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