Monte Oliveto Maggiore, dai monaci benedettini vini toscani delle Grance Senesi

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SIENA - Fondata nel 1319, l'Abbazia di Monte Oliveto Maggiore, ad Asciano (Siena), con la sua comunità di benedettini olivetani è da sempre dedita all'attività agricola, in particolare alla coltivazione di vite e olive, zafferano e cereali, e da una ventina d'anni ha deciso di proporsi al mercato coi suoi prodotti, a partire da vino e olio.

"Oggi siamo circa trenta monaci, viviamo secondo il dettame della regola di Benedetto quindi preghiera, lavoro e studio", ha raccontato don Andrea a Virtù Quotidiane, "essendo il lavoro parte fondamentale della vita e della spiritualità benedettina, da sempre i monaci si sono dedicati all'attività agricola. L'azienda è attiva sin dal 1319, oggi abbiamo cercato di portarla nell'ambito degli standard attualmente richiesti".

Nove in tutto le referenze, provenienti dalla vinificazione di uve sangiovese, merlot, cabernet sauvignon, vermentino, grechetto, malvasia bianca, verdea e moscato, che Abbazia di Monte Oliveto Maggiore Azienda agricola e frantoiani ha portato a Wine&Siena che si è svolto lo scorso fine settimana. Tra cui il Cœnobium, rosso toscano che rientra nella denominazione Grance Senesi Doc costituita nel 2010.

"Il vin santo è il fiore all'occhiello della produzione, che è biologica", spiega Gianni Terzuoli, enologo dell'azienda, "l'appassimento dell'uva dura almeno tre mesi sui graticci dopodiché il mosto fermenta e riposa per un minimo di tre anni".

"Anche se quelli di oggi sono impianti recenti, l'azienda ha sempre avuto vigneti, sin dal 1300, non a caso sono stati ritrovate notizie del vermiglio, vino bianco prodotto nel 1400", ricorda Terzuoli. "Lavorare coi monaci? È qualcosa di molto particolare ma molto familiare, mi trovo molto bene infatti sono la settima generazione che lavora con loro!".

"Il profitto viene reinvestito anzitutto per il mantenimento dell'azienda agricola, per dare lavoro perché abbiamo anche dei dipendenti e per la manutenzione del territorio, che è bellissimo ma richiede sforzi enormi per salvaguardarlo", racconta don Andrea, "e poi la regola di Benedetto vuole che i monaci vivano, si sostengano con il lavoro delle proprie mani quindi è fondamentale anche per la vita della comunità monastica e per le opere che svolge anche a beneficio di altri monasteri che fanno capo alla nostra Abbazia ma in altre parti del mondo, più bisognose economicamente".

Fondato nel 1319 dal nobile senese Giovanni Tolomei, poi San Bernardo Tolomei, il grande complesso monastico di Monte Oliveto Maggiore si estende lungo il crinale di una collina nel cuore delle “crete senesi” ed è definito una “città in forma di monastero” per l’ampiezza degli edifici che lo compongono. Durante questi secoli il lavoro dei monaci ha modificato molto il territorio circostante, originariamente disabitato e selvaggio, rendendolo un’oasi di bellezza naturale, di pace e spiritualità. Oggi una bellissima campagna circonda il monastero dove i campi coltivati, le vigne, gli olivi, i boschi, si alternano con un paesaggio “lunare” segnato da borri e precipizi naturali. Nel Monastero è possibile anche soggiornare.

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