Valpolicella: i Matìo de Carian

Matìo era il nonno di Mario.
E' il trisavolo dei Fraccaroli, una famiglia che ancora oggi, a San Pietro in Cariano, porta il nome dell'avo, a contrassegnarne il ceppo di appartenenza.
Un tempo, infatti, era consuetudine nelle famiglie numerose dei paesi, scegliere un soprannome per identificare quel ramo famigliare, di cui molti altri portavano comunque il cognome pur senza essere parenti diretti.

Fanno vino da sempre. Giovanni, il papà di Mario, nell'immediato Dopoguerra con la fuoruscita dalla mezzadrìa acquisto due campi di vite. A lui si affiancò Mario, che via via sviluppò l'attività fino ad arrivare ai giorni nostri a 18 ettari complessivi, gestiti oggi dai figli Flavio e Daniela.

Continuano tutti a lavorare qui, a Cariano, frazione di San Pietro. Ancora oggi, dopo almeno 200 anni di presenza in questa terra.

I Matìo sono lo specchio di quella civiltà agricola che per molto tempo si è fondata sulla famiglia, il nucleo basilare che ha permesso alla Valpolicella del vino di affinare la vocazione enologica di questa ampia area collinare, conosciuta in tutto il mondo per i suoi vini: il Valpolicella, il recioto, l'amarone e il ripasso.

E sentirli parlare e raccontarsi significa toccare con mano lo spirito di quei valori, fatti di lavoro, passione, dedizione, semplicità e genuinità.
Cambiano i tempi, si ammodernano alcuni passaggi di lavorazione, ma alla fine la sostanza è sempre quella: rispetto della vite (ne conservano alcune vecchie di ben 70 anni), dei tempi di produzione e di affinamento.

E poi c'è Teodora, la mamma, la moglie di Mario. Il suo "bensone", un dolce favoloso soprattutto se intinto nel recioto, richiama quei sapori di casa che hanno il raro pregio di risvegliare la memoria dei tempi che furono.

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