RASSEGNA "SENTIERI D'ARTE" 2024 - "OLTRE LE PORTE" MOSTRA DI OPERE DI GERARDO DE MEO

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RASSEGNA "SENTIERI D'ARTE" 2024 - "OLTRE LE PORTE" MOSTRA DI OPERE DI GERARDO DE MEO - PRESENTA MARCELLO CARLINO -
Spazio Espositivo Punto IAT Palazzo Comunale Formia
“L'arte? L'arte nasce da un moto sincero dell'anima, come acqua limpida di una sorgente che non può essere inquinata,” diceva Emilio Greco. È stato proprio dopo l’incontro con questo grande maestro che Gerardo De Meo ha iniziato a dedicarsi alla scultura. Nato a Maranola (Latina) nel 1946, De Meo ha scelto di dedicare la vita alla bellezza. Durante gli anni liceali ha avuto come docente il noto pittore Giancarlo Isola; all’Accademia di Napoli e Roma ha conosciuto i maestri Giovanni Brancaccio e Franco Gentilini. Impegnato in una ricchissima attività artistica, si è dedicato principalmente all’arte sacra. Oltre alle statue, alle Via Crucis e alle medaglie, De Meo si distingue per la manifattura di numerose porte di bronzo. Tra queste, si ricordano la Porta della Riconciliazione e della Pace a Maranola, le porte della Cattedrale di Isernia, di San Francesco a Lisbona, della Collegiata di Amaseno (FR), del SS.mo Salvatore a Ripi (FR) e di Grazzanise (CE). L’artista trae ispirazione dalle storie della Bibbia, che affianca agli episodi di cronaca e ai personaggi di attualità, ottenendo risultati armoniosi ed equilibrati. Nelle chiese, si è occupato anche della progettazione di altari, amboni, leggii e fonti battesimali. De Meo ha realizzato vari monumenti come quello ai caduti a Rialto di Formia, al Presepe Vivente a Maranola, al Carabiniere a Scauri e le Quattro Statue della Trinità a Gaeta. Ha ricevuto numerosi riconoscimenti e prestigiose critiche, con opere esposte sia in Italia che all'estero. Autore di varie monografie storiche e artistiche, promuove anche eventi culturali per valorizzare il suo territorio. Sebbene ancorato alla tradizionale scultura, De Meo presenta un linguaggio moderno e personale. Ama rappresentare a tutto tondo: per la statuaria inizialmente si è ispirato a Emilio Greco, e per i bassorilievi a Manzù. Artista versatile e creativo, tratta il bassorilievo come se fosse un dipinto, delineando figure con rapide pennellate, sottolineando espressioni ed esaltando la gestualità. Nella statuaria, si distingue per la ricercatezza dei soggetti e per la morbidezza dei panneggi. L’attenzione che De Meo mostra per i personaggi contemporanei caratterizza una scultura profondamente partecipe del proprio tempo. Recentemente, la sua ricerca artistica si è evoluta in un linguaggio più semplice ma carico di significati aggiuntivi. "Oltre le Porte" è il titolo della mostra che si inaugurerà il 4 giugno all’interno dello Spazio espositivo del Punto IAT del Palazzo Comunale di Formia. L’evento ha visto la presenza dell’autorevole critico d’arte Marcello Carlino, che nella sua presentazione afferma: “La porta è una soglia e segna una linea di confine; la si attraversa in direzione di un fuori oppure la si varca sulle tracce di un dentro. Così l’arte plastica di Gerardo De Meo: che si spinge a incontrare gli altri nella serialità che ne ricapitola i tratti, aprendosi alle loro storie, e che si immerge nella realtà che ci accomuna e che abbiamo sofferto e soffriamo; che interpella le forme semplificate di un esprimersi infante, rivivendo il brio di colori vivaci, recuperando la verità di materiali poveri e vissuti, riassaporando la pregnanza di figure originarie inscritte nell’immaginario collettivo; che risale lungo i sentieri della memoria, schiudendo un santuario laico popolato da uomini e donne di cui si conserva appena il nome e che però hanno accompagnato e distinto universi antropologici, esperienze quotidiane partecipate; che recupera simbologie popolari dai risvolti identitari e che rinvia a un'origine profilata nell’affaccio di nuclei germinali come nel tempo di un big bang; che lavora in libertà figurazione e astrazione sporta sulle ellittiche dell’infinito. In mostra sono viaggi oltre le porte: segni nuovi e continui di una ricerca che non smette. Che resta aperta senza abiure, ricca della varietà delle sue avventure.”

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