Tra LIGURIA e PIEMONTE - Val Pennavaire: la valle dei monti da cui scende l'acqua.

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ATTENZIONE, COMUNICAZIONE IMPORTANTE!
Le immagini relative ai comuni di Alto e Caprauna sono state acquisite nell'inverno 2021/22, quando le normative ENAC permettevano il sorvolo di dette località.
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Questo video completa il ciclo che ho dedicato alle valli ingaunee (Arroscia, Lerrone, Neva e Pennavaire) le valli che compongono l'areale del fiume Centa.
La val Pennavaire occupa un territorio piccolo ma molto interessante, a cavallo tra due Regioni ( Liguria e Piemonte) e tre provincie Cuneo, Imperia e Savona.
La valle è dominata da due montagne: l’Armetta (1739 m) ed il Galero (1720 m), due cime da cui si aprono meravigliosi panorami che spaziano dalle Alpi al mar Ligure.

IL NOME viene da molto lontano ed ha un significato ben preciso, infatti deriva da due parole celtiche: Pen (monte) e Vara (acqua). I Celti avevano notato la ricchezza idrica di questo territorio e per loro era: "la valle dei Monti da cui scende l’acqua". La parola Pen la troviamo in molti toponimi di luoghi montuosi come Appennini, monte Pennone a Caprauna, il Pizzo delle Penne tra Nasino e Cerisola o il famoso monte Penna (1735 m) nel Parco naturale regionale dell'Aveto, sacro per i Celti. La parola Vara è altrettanto diffusa e indica corsi d’acqua o zone ricche d’acqua: Vara, Var, Varatella, Avarenna...
Per la ricchezza d’acqua, le tante grotte presenti e la ricchezza faunistica, la val Pennavaire fu frequentata dall’uomo primitivo almeno a partire da 7000 anni a.c.
La grotta nella Liguria di Ponente viene indicata con il nome di Arma; ciò deriva dagli antichi Liguri” che con il nome di “balma o barma” indicavano la grotta. Da ricordare che anche i Greci chiamavano la grotta “erma”.
Tutti i paesi sono sul lato sinistro della valle, tranne uno, la frazione Borgo di Nasino, che è sul lato destro in una bella posizione anche se, in inverno è poco soleggiata.
A tal proposito, specialmente in passato, a Nasino girava una filastrocca: "Burgu de poca furtuna, d'invernu pocu sù e d'istèi poca luna", proprio per evidenziare che il borgo era poco illuminato.

L'ECONOMIA DEL PASSATO
La val Pennavaire è sempre stata una zona molto produttiva. Come in tutta la Liguria, i campi da coltivare sono stati letteralmente strappati al bosco; a volte le fasce hanno una larghezza di poco superiore al metro. Visitando la valle in inverno, quando il paesaggio è spoglio, si rimane meravigliati da quanti ettari terrazzati nasconda il bosco. La valle risente del clima marino e ciò ha permesso di coltivare sino a 1200 metri di altitudine.
Comunque non c'era solo l'agricoltura; altre attività economiche di un certo rilievo erano la produzione di legname, carbone e fieno.
Tutti i prodotti della val Pennavaire erano commercializzati nei paesi delle valli adiacenti, ma soprattutto in Riviera ed in particolare ad Albenga.

I DOCUMENTI NAPOLEONICI a cui faccio riferimento nel video sono le: "Statistique des Provinces de Savone, d'Oneille, d'Acqui, et de partie de la Province de Mondovi."
Un ampio documento redatto da Gilbert Joseph Gaspard, conte de Chabrol de Volvic che dal 31 gennaio 1806 al 23 dicembre 1812 fu prefetto dell'amministrazione napoleonica nel dipartimento di Montenotte, diviso fra la Liguria di Ponente basso Piemonte, con Savona capoluogo. Il minuzioso lavoro di ricerca fatto sul territorio da Chabrol ci ha lasciato un'interessante descrizione economico-sociale di quel tempo.

LE ANTICHE VIE
La valle è attraversata per tutta la sua lunghezza da una sola strada: la provinciale 14 (SV) che diventa 216 (CN). Sino agli inizi del secolo scorso, la strada arrivava a Nasino: oltre c'erano solo mulattiere e un reticolo di sentieri. Queste vie permettevano la comunicazione con le altre valli e soprattutto il trasporto delle merci dalla valle alla Riviera e viceversa. Una rete viaria tutt'ora esistente ed in discrete condizioni: un'eredità che ci hanno lasciato i nostri avi, che dovrebbe essere recuperata, liberandola dalla vegetazione e ripristinando i tratti ammalorati.
Questi percorsi, una volta resi completamente agibili, potrebbero far diventare la val Pennavaire un interessantissimo comprensorio escursionistico, che tra l'altro è già collegato in più punti con l'Alta via dei Monti Liguri.


IL MINESTRONE DI GINA:
1) mettere patate intere, aggiungere carote, zucchine, bietole, sedano, un pomodoro maturo (tutto tagliato finemente) poi fagioli borlotti, olio e sale q.b.
2) far bollire per almeno un’ora; quando sono cotte schiacciare le patate con una forchetta (solo i borlotti rimangono interi)
3) aggiungere la pasta e quando è cotta, fare un pesto con foglie di basilico, olio EVO e uno spicchio d’aglio.
4) Mettere il pesto nel minestrone e spegnere la fiamma, impiattare e… BUON APPETITO.

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