Un breve e pittoresco sentiero ci conduce rapidamente dalle dune di Cala Domestica alla sommità del promontorio per poter ammirare l'imponente torre aragonese che lo domina; durante il tragitto ammireremo dall'alto l'incantevole insenatura e le sue calette, Cala Domestica e Sa Caletta, che potete esplorare cliccando i seguenti link:
Cala Domestica ➜ • Spiaggia di Cala Domestica a Buggerru...
Sa Caletta ➜ • Spiaggia di Sa Caletta o Cala Lunga a...
A sud dell’abitato di Buggerru, su un modesto rilievo dominante una insenatura di straordinaria bellezza, si erge la torre di Cala Domestica.
Il fortilizio, cui era affidato il presidio della vicina spiaggia ove era attiva una piccola tonnara, era in corrispondenza visiva con la torre di Porto Paglia, il forte sabaudo di San Vittorio, ubicato sull'isola di San Pietro, una guardia morta nell'isola Piana e una a Capo Pecora, in località Sa Guardia de is Turcus.
Non è chiara l’origine dell’impianto. Tuttavia il suo valore strategico è rimasto immutato nel tempo. Nel 1572 il capitano di Iglesias don Marcantonio Camos, nella sua Relaçion de todas las costas maritimas de lo Reyno de Cerdeña, indicando i siti ottimali per l’impianto delle erigende torri costiere, giunto al Cabo del Dado, adiacente a Cala Domestica, individuabile oggi forse nel Monte Guardianu, aveva previsto la predisposizione di una stazione di vedetta con due sentinelle armate ma non aveva pianificato l’edificazione di una torre.
Sei anni dopo il vicerè don Miguel de Moncada vergava a sua volta un prospetto sullo stato delle difese dell’isola, indicando successivamente i siti prescelti per l’edificazione delle torri sulla falsariga della relazione del Camos. Questi aveva previsto la costruzione di una torre sul Monte del Dado per una spesa complessiva di 200 ducati. Vi è da dire che la carta dell’architetto Rocco Cappellino, pubblicata nel 1577, menzionava già un presidio all’altezza dell’odierna Cala Domestica, forse niente più di una scolta armata.
L’edificazione della torre risale al periodo sabaudo. I lavori ebbero inizio solo nel 1765, ma ancora nel 1777 erano lungi dall’esser conclusi. Nel settembre del 1780 il compimento dell’opera fu appaltato all’impresario cagliaritano Salvatore Caredda. Questi avrebbe dovuto attenersi alle linee progettuali dell’ingegner Daristo. A causa dei lavori eseguiti in modo inadeguato, poco dopo la struttura risultava in parte crollata.
Nel 1784 la fortificazione assumeva il nome di Nuova Torre di Caladomestica. L’anno successivo poteva dirsi finalmente ultimata. Nel marzo del 1786 vi si insediava la guarnigione: un alcaide e alcuni torrieri. Un rapporto del vicerè Vivalda nel 1798 la vedeva inscritta nel bilancio e spese della Reale Amministrazione delle Torri.
Nel 1820 e nuovamente nel 1831 le strutture della torre furono interessate da significativi lavori di restauro. Nel marzo del 1843 risultava ancora armata dagli uomini del Corpo Reale Artiglieria.
Disarmata nella seconda metà del XIX secolo, la torre fu nuovamente utilizzata nel corso del secondo conflitto mondiale ospitando il personale della rete d’avvistamento costiero della Regia Marina.
Descrizione del monumento:
La struttura, di foggia cilindrica, è realizzata con una muratura in pietrame calcareo, sbozzato e allettato con malta bastarda. Misura circa 12 m di diametro e 11 m d’altezza dallo zoccolo al lastrico d’armi.
Il boccaporto, cui si accedeva mediante una scala di corda, si apre a circa 6 m dal suolo ed è realizzato con piedritti e architrave in pietra. L’apertura immette in un’unica camera voltata a cupola di circa 7 m di diametro. La cupola è realizzata con pietre non squadrate.
Lungo la parete, in posizione simmetrica, si aprono sei feritoie. All’interno del vano vi sono un caminetto e la botola della cisterna per la raccolta dell’acqua piovana.
Tramite una scala ricavata nello spessore della muratura si accede al lastrico d’armi. Sebbene rimaneggiato nel corso della seconda guerra mondiale per sistemarvi un posto d’osservazione, sono ancora riconoscibili le tracce delle cannoniere e di quattro garitte.
FONTE:
http://www.parcogeominerario.eu/index...
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