La meravigliosa storia di uno stemma che vorrebbero farci dimenticare

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Sempre più spesso sventola nei cieli del Sud l’antica bandiera del Regno delle Due Sicilie. Oggi amata da tanti, mentre fino a qualche anno fa pochissimi la conoscevano.
Lo stemma in questa bandiera, così complesso, contiene simboli che sono finestre sul mondo e sulla storia, da cui i popoli napolitani e Siciliani dovrebbero finalmente affacciarsi. Per vedere il mondo da una prospettiva completamente nuova e ricordare tante cose che ci vorrebbero fare dimenticare.
Proviamoci insieme. Sarà un volo vertiginoso nel panorama straordinario della storia dei popoli napoletani e siciliani.
Una storia antichissima e nobile, che conosce una svolta fondamentale nel 1130, quando Ruggiero II il Normanno unisce i feudi della parte meridionale della penisola italica dando vita a un unico regno.
Prima di allora, anche il Sud, come tutta la penisola, era diviso in piccole entità territoriali, fra cui il glorioso ducato bizantino di Napoli, durato circa sei secoli.
Nasce così il Regno che viene denominato di Sicilia, comprendente anche i territori del Sud continentale. Come capitale è scelta Palermo.
Nello stemma in esame sono compresi gli emblemi di tutte le dinastie che hanno regnato su Sicilia e Napoli dagli Svevi ai Borbone. Manca solo l'emblema dei normanni, guerrieri del nord che si erano ambientati magnificamente fra noi.
Al dominio normanno subentra quello svevo per effetto del matrimonio della normanna Costanza d’Altavilla con l’imperatore del Sacro Romano Impero Enrico VI, figlio di Federico Barbarossa. Infatti, dopo la morte di re Enrico, Costanza imperatrice, nel 1198, incorona il figlio di quattro anni Federico II.
Il suo simbolo è l'aquila. Su fondo oro quando esprime la potestà imperiale, su fondo argento quando esprime la potestà regale.
Federico di Svevia, sposando la figlia del re cristiano di Gerusalemme Giovanni di Brienne acquista il titolo di erede al trono della Città Santa.
Gli angioini rivendicano per sé il titolo di re di Gerusalemme quando conquistano il regno di Napoli subentrando agli Svevi.
Nel 1282, in seguito alla rivolta dei Vespri Siciliani, gli Angioini, di stirpe francese, perdono la Sicilia, che si consegna ai sovrani di Aragona.
Alla stipula della Pace di Caltabellotta, nel 1302, il regno è diviso in due: Regno di Sicilia al di qua del Faro (che è il Faro di Messina), per le province continentali, e Regno di Sicilia al di là del Faro per l'Isola.
Il nostro stemma, però, come abbiamo visto, contiene anche lo stemma degli Angioini, insieme a quelli dei loro nemici, Svevi e Aragonesi.
Infatti, tutte le dinastie che hanno regnato su Napoli e Sicilia hanno sempre riconosciuto la continuità istituzionale. Tranne i Savoia, che senza rispetto per le nostre tradizioni si sono accaniti nel cancellare tutto.
Con la conquista aragonese delle province napoletane i due regni tornano sotto uno stesso re. Il periodo aragonese del Regno di Napoli è durato quasi 60 anni (1442-1501).
Nel 1503, dopo aver sventato le mire francesi sul Regno di Napoli, i sovrani di Aragona e Castiglia prendono il controllo del Reame.
Cominciano gli oltre due secoli in cui i re delle Spagne governano Napoli e la Sicilia, facendosi rappresentare da Viceré.
Tra aragonesi e Spagna unita, Napoli ha avuto un governo ispanico per circa 260 anni, più del doppio della durata del governo borbonico.
Con Carlo V, colui sul cui impero “non tramontava mai il sole”, compare per la prima volta nella storia di Napoli e Sicilia l’Ordine del Toson d’Oro.
La lenta decadenza delle Spagne fa sì che nel 1707 Napoli e nel 1720 la Sicilia siano occupate dall’esercito austriaco. Ma gli Asburgo d’Austria non regneranno a lungo sulle nostre terre.
Nel 1734, durante la guerra di successione polacca, al comando delle armate spagnole, il diciottenne Carlo conquista il Regno di Napoli e l'anno successivo quello di Sicilia, sottraendoli alla dominazione austriaca.
Lo stemma delle Due Sicilie testimonia una storia ricca e complessa, da valutare senza pregiudizi e senza indulgenze. Il video fornisce un indispensabile quadro d’insieme per comprendere chi siamo e da dove proveniamo.
Noi che non sogniamo affatto impossibili ritorni al passato, rispettiamo ed amiamo la nobile bandiera delle Due Sicilie, per difendere la quale hanno versato il sangue tanti soldati e civili napolitani e Siciliani.
Concludendo possiamo affermare, con Silvio Vitale, che lo Stemma del Regno delle Due Sicilie è testimonianza di una storia non provinciale, ma europea, mediterranea e intercontinentale.
Questa storia, con gli ultimi Borbone, è la vicenda di un regno indipendente, pacifico e civile, che, pur tra mille insidie e tradimenti, prende il suo posto di lotta a difesa della tradizione e degli autentici diritti del popolo contro la prepotenza delle forze anticomunitarie nel loro furioso assalto al potere.
E questo stemma sulla candida bandiera trasmette ancora oggi un’idea di incontaminata libertà.

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