Syrah, ovunque un grande vitigno

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Lo trovate scritto e pronunciato in tutti modi possibili e immaginabili..in base alla zona del mondo ha le più disparate grafie..però sempre di lui parliamo…il Syrah o lo Syrah o la Syrah…insomma è lui…o è lei…di cui parleremo in questo video…

Ha pure numerosi sinonimi, come Petit Syrah, Marsanne Noir, Sérine Noir e altri su cui non ci dilunghiamo..ma sempre di lui parliamo…

Bene, la complessità non finisce con il nome ma continua con la sua storia…

Questo nome, Syrah appunto, è relativamente recente per questo vitigno che invece ha storia antichissima, anche se assai dibattuta.

La Teoria più antica e avvolta nel mito è quella di una derivazione persiana, che aveva la radice nell’assonanza fra l’antica capitale città di Shiraz (dove si produceva un vino bianco chiamato Shirazi) e il vitigno a bacca rossa di cui parliamo.

Altri invece vogliono far derivare le sue origini dalla città di Siracusa, di cui sentiamo un eco nel nome.


Studi scientifici sul DNA del vitigno hanno molto ridimensionato la credibilità di queste teorie e quello che possiamo dire con buona tranquillità è che deriva dall’antico incrocio di due vitigni francesi: Mondeuse Blanche e Mondeza.

La zona storicamente (e non solo storicamente) più vocata al mondo nella coltivazione di questo vitigno è la Valle del Rodano settentrionale, in Francia.

Qui, nascono i setosi, carezzevoli eleganti vini in purezza della Côte-Rôtie e dell’Hermitage, noti in tutto il mondo.

Occorre ricordare che siamo davanti all’ottavo vitigno più piantato al mondo con un areale di 190 mila ettari piantati nel mondo che viene piantato pressoché in ogni area vitivinicola, anche se le zone in cui è più diffuso sono Australia, Spagna, Argentina, Cile, California, Sudafrica e Nuova Zelanda.

Non dimentichiamo una menzione di assoluta eccellenza in Italia fra le province di Siracusa, in Sicilia e quella forse più nota, cioè Cortona.

Bene, ma a questo punto…

Quali sono le caratteristiche del Syrah quando lo versiamo nel bicchiere?

Come potrete immaginare non esiste una risposta univoca perché un vitigno così versatile a diversi territori si esprime in modi assai diversi e si presta allo stesso modo ai più variegati stili di vinificazione.

Non possiam paragonare – ammesso che abbia senso - uno Syrah australiano con uno del Rodano.

Per sommi capi quello che possiamo dire è che nel bicchiere troverete un colore rosso rubino con riflessi violacei, denso, materico, ad alta concentrazione di antociani, piuttosto alcolico e tannico e di buon corpo.

I profumi abbastanza variegati per i motivi suddetti ma sono spesso intensi e spiccano fra tutte le note olfattive di lampone, ribes, ciliegia e viola unita spesso al mirtillo e alla liquirizia. La nota più distintiva – lo so che la state aspettando – è quella di pepe nero, caratteristico peculiare e varietale del vino.

Inoltre si tratta spesso di vini di ottima longevità, che hanno bisogno di tempo per dischiudersi e che viene consigliato di non aprire troppo vicino all’imbottigliamento oppure cui giova assai riposare nelle nostre cantine.


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