Gewurztraminer, l’aromatico degli aromatici

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Quando nominiamo l’Alto Adige o l’Alsazia oppure i vini aromatici in generale…in un qualche modo, per via diretta o indiretta si va a finire per parlarne.

E’ sulla bocca (e nei calici) di tutti..non solo è fra i più versati nei calici di tutta Europa, specie Italia, Francia, Germania e tutta la Mitteleuropa ma anche fra i più discussi. Da un lato molto didascalico, forse anche troppo, e dall’altro sia per la sua riconoscibilità sia per il suo essere apprezzato in maniera trasversale da un pubblico assai ampio..

..sì sì, tranquilli, parliamo del Gewurztraminer...

Le sue note salienti lo rendono assai riconoscibile anche dai neofiti.

Potremmo dire ad esempio quella nota di rosa bianca e gialla, unita ad un residuo zuccherino importante, una spezie dirompente e un’acidità assai bassa lo rendono uno dei vitigni più facilmente riconoscibili. Anche quando messo all’interno di blend, predomina senza mezze misure.

Termeno, Tramin in tedesco, è il piccolo paesino del Sud Tirolo da sempre vocato alla viticoltura da dove questo vitigno prende il nome.

Inizia la sua popolarità fra le Abbazie tedesche, che in quelle zona acquistavano poderi e uve per potersi garantire il vino..e anche un po’ di serenità..

La classica nota varietale aromatica e speziata viene messa nel nome dove al vitigno ‘’Traminer’’ viene aggiunto Gewurz che appunto questo significa nella lingua tedesca.

Ma cosa troviamo nel bicchiere quando beviamo un Gewurztraminer?

Nel bicchiere vediamo un giallo carico, dove a volte c’è un’inflessione tendente al ramato e all’ambrato se la vendemmia è tardiva o viene svolta una macerazione sulle bucce piuttosto importante.

Al naso è un esondare di profumi intensi e marcati dove alla frutta tropicale come mango, ananas e frutto della passione e se ne alternano altri floreali come il petalo di rosa, il glicine, e la ginestra unita però a note più speziate come pepe bianco, cannella e noce moscata.
Non mancano poi rimandi alla frutta matura, specie pesca, mandarino, arancia e spesso si vira poi verso il miele.

Al palato si sentono in maniera evidente note primarie legate ai sentori dell’uva, note aromatiche importante e molto concentrate, una bassa acidità, un corpo esondante e opulento e rimandi fruttati e speziati che rendono la beva non sempre godibile a dire il vero, ma è innegabile che spesso è un vino di grande persistenza.

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