Campane e chiesa di Monteluce, Perugia

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Il documentario si suddivide in tre parti:

PARTE I - la chiesa
Dove oggi si innalza la chiesa di Santa Maria Assunta in Monteluce, eretta nel 1500, vi fu un monastero benedettino fin dal XII secolo ed ancora oggi è possibile vederne alcune tracce.
L'attuale Parrocchia (che tra il 2012 e il 2013 ha festeggiato con eventi religiosi e socio-culturali i suoi primi 100 anni) fu fondata con decreto arcivescovile il 24 dicembre 1912 "al fine di provvedere al bene spirituale di questa parte della città completamente in aumento", legato anche alla costruzione dell'ospedale iniziata nel settembre 1910 (oggi non più esistente).

PARTE II - l'organo [8:12]
Ai lati del grande altare vi sono due organi di Angelo Morettini, ciascuno di 50 tasti con prima ottava corta, il primo risalente al 1834 ed il secondo al 1851. Negli anni '80 del '900 vennero restaurati da Tamburini che li unificò mediante un'unica consolle, pur mantenendo funzionanti le tastiere dei singoli organi.

PARTE III - il campanile [21:09]
Il campanile (il cui progetto originale non è mai stato concluso) termina con alcuni pilastri che sorreggono il tetto; alla base sorge un'edicola con altare in pietra proveniente dal monastero di San Paolo del Favarone, soppresso nel 1445.
Il concerto campanario odierno è composto di 6 bronzi:
la campana maggiore e la terza vennero fuse da Franciscus Ieronimo de Cortona e Angelus de Crescembeni de Perusia nel 1466;
la seconda campana, classificabile tra le più antiche d'Italia, è di Bartholomeo pisano, fusa nel 1235.
Nel 1993, in occasione dell'80° anniversario della parrocchia, venne ampliato il castello con tre nuove campane più piccole delle preesistenti fuse dalla fonderia Capanni.
Particolare il fatto che se le tre campane antiche davano un concerto minore, con le tre piccole aggiunte il concerto è diventato in Lab Maggiore. Adesso si possono quindi fare due plenum di 5 campane ognuno, uno maggiore e uno minore, alternando terza e quarta campana. In caso di plenum a 6 la stonatura è evidente.
Il castello automatizzato permette le tradizionali suonate a Rinterzo e Falsetto, rispettivamente eseguite su prima e quarta campana.

Un sentito ringraziamento va a Giordano, Alessandro, Giorgio, don Luciano e don Nicola che hanno contribuito a loro modo alla realizzazione di quest'opera.

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