Antonio Conte e il suo staff tecnico rispondono alle domande dei tifosi e dei media in piazza Madonna della Pace nel ritiro della SSC Napoli a Dimaro-Folgarida. Protagonista anche LELE ORIALI, collaboratore di Conte, che ha risposto alle domande di tifosi e giornalisti in piazza.
Considerando la sua esperienza da dirigente e calciatore, qual è l'impressione rispetto all'aspetto mentale su questa rosa? "Dopo l'esperienza negativa dell'anno scorso, sono sincero, c'era un po' di preoccupazione. Dopo questi giorni insieme, sono molto contento: non molto soddisfatto ma molto contento. Perché è un gruppo che si impegna e questo è un buon punto di partenza. Servirà tempo per capire e lavorare, ma non abbiamo troppa pazienza. Come inizio sono soddisfatto".
Per rilanciare il Napoli, cosa porta Oriali nella società? "La mia esperienza, i miei trascorsi da giocatore e da dirigente. Una carriera molto lunga la mia, c'era ancora la tv in bianco e nero. La fortuna mi ha accompagnato. Riuscendo a raggiungere anche traguardi importanti che all'inizio non pensavo. Quello che posso dare e dire è che farò il possibile per portare valore aggiunto al Napoli. Avrò la gestione sportiva della prima squadra, ho la fortuna di avere ottimi dirigenti che mi daranno subito una mano e che mi han fatto sentire subito parte integrante. Sicuro che ci toglieremo delle soddisfazioni!".
A Gabriele Oriali hanno chiesto anche: qual è stato il calciatore più forte contro cui hai giocato? "Maradona? Beh direi proprio di sì, è il più forte che ho affrontato: erano altri tempi. Alla prima convocazione avevo 17 anni e mezzo, mi misero in campo con una leggenda. Dopo la cena andai in camera e spensi la luce subito, mi misi sotto le lenzuola come una mummia! C'era molto più rispetto, rispetto ad oggi. I tempi sono cambiati ma si sentiva di più prima il rispetto per chi giocava, per le leggende. Come Facchetti, Mazzola, Suarez. E tanti altri, che oltre ad esser stati compagni in campo, sono stati compagni di vita: mi hanno fatto capire cosa deve fare un calciatore per arrivare a grandi livelli. Mi prendevano per l'orecchio, mi rimettevano in riga e pedalavo. Mi hanno instradato come uomo oltre che come calciatore. Burgnich? Alla prima convocazione avevo 17 anni e mezzo, mi misero in campo con una leggenda. Dopo la cena andai in camera e spensi la luce subito, mi misi sotto le lenzuola come una mummia! C'era molto più rispetto, rispetto ad oggi. I tempi sono cambiati ma si sentiva di più prima il rispetto per chi giocava, per le leggende. Come Facchetti, Mazzola, Suarez, Burgnich. E tanti altri, che oltre ad esser stati compagni in campo, sono stati compagni di vita: mi hanno fatto capire cosa deve fare un calciatore per arrivare a grandi livelli. Mi prendevano per l'orecchio, mi rimettevano in riga e pedalavo. Mi hanno instradato come uomo oltre che come calciatore".
Poi Oriali si rivolge direttamente ai tifosi napoletani: "Siete impagabili, passione, entusiasmo contagioso, credetemi! Io sono un nordico, ma davanti a voi faremo l'impossibile per ripagare la fiducia e l'entusiasmo dei tifosi!"
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