Ballot 3/8 LC

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La griglia di partenza del primo Gran Premio d’Italia del 1921 (valevole come quinta Coppa Florio) non fu certo delle più affollate…
Sei vetture al via e tre al traguardo per un confronto diretto tra gli italiani della Fiat ed i francesi della Ballot. Furono i cugini d’Oltralpe ad avere la meglio, con due Ballot 3/8 LC davanti alla Fiat 801/402. Vinse Jules Goux seguito dal compagno di squadra Jean Chassagne e da Louis Wagner. Tutti avevano puntato sull’alfiere Fiat Pietro Bordino, costretto al ritiro al 16° giro (rottura della pompa dell’olio) ma con la soddisfazione di aver segnato il giro veloce in 6’54”2 alla velocità media di oltre 150 chilometri orari. Ritiro anche per il terzo pilota Fiat, Ugo Sivocci, e per la terza guida Ballot, Ralph De Palma.

Il vincitore del Gran Premio completò i 30 giri in 3 ore 35 minuti e 9 secondi a 144 km/h di media: una prestazione di rilievo per l’epoca ma soprattutto un risultato che la Ballot inseguiva da ben tre anni. Le sue prime auto da corsa, infatti, nacquero nell’immediato dopoguerra con l’approdo in azienda del progettista franco-svizzero Ernest Henry, già noto per aver realizzato le vincenti Peugeot L76 e 3L prima degli eventi bellici. L’obiettivo dei fratelli Ernest-Maurice ed Edouard Ballot era la partecipazione alla 500 Miglia di Indianapolis che si sarebbe disputata nel 1919.

Così, a tempo di record, il 7 aprile del 1919 uscì dall’atelier Ballot la prima delle quattro vetture che il successivo 26 aprile sarebbero state imbarcate per gli States insieme ai piloti (tutti francesi) destinati alla grande corsa di “Indy”: Albert Guyot, René Thomas, Louis Wagner e Paul Bablot. Le Ballot risultarono subito le più veloci ma non andarono oltre al quarto posto di Guyot e all’undicesimo di Thomas. Vinse quella 500 Miglia la Peugeot guidata da Howdy Wilcox e progettata da Henry…

Le Ballot di Henry erano state pensate specificatamente per l’appuntamento americano, che prevedeva la cilindrata massima di 300 pollici cubici, poco più di 4,9 litri. Henry “prese spunto” dalle sue Peugeot riproponendo la configurazione del motore con doppio albero a camme in testa e quattro valvole per cilindro; il frazionamento delle Ballot, invece, era a 8 cilindri in linea anziché i 4 delle Peugeot.

I propulsori Ballot raggiungevano i 110 CV di potenza massima e furono tra i primi ad utilizzare pistoni in lega leggera. Il sistema di lubrificazione, la trasmissione e il disegno dello chassis erano ereditati direttamente dalla Peugeot GP del 1913, i freni erano costruiti su licenza Isotta Fraschini. La parte inferiore della vettura era carenata (una sorta di “fondo piatto” ante litteram) e la carrozzeria aveva una sezione frontale decisamente ridotta.

Il successo a Indianapolis sfumò nuovamente: le tre Ballot iscritte terminarono al secondo, quinto e settimo posto con Thomas, Ralph De Palma (partito dalla pole position) e Jean Chassagne. De Palma fu il solo ingaggiato per la 500 Miglia del 1921, ma fu costretto al ritiro per la rottura di una biella. Convinti della bontà delle proprie vetture gli uomini Ballot non si persero d’animo e proseguirono la stagione 1921 provando a giocare in casa partecipando al Gran Premio di Francia disputato a Le Mans il 25 luglio. Vittoria sfiorata anche qui, con De Palma e Jules Goux al secondo e terzo posto dietro al vincitore Jimmy Murphy su Duesemberg. Goux partecipò con la nuova Ballot da 2 litri allestita in vista del nuovo regolamento che sarebbe entrato in vigore nel 1922.

Ed eccoci, finalmente, al 4 settembre 1921 con il primo Gran Premio d’Italia e la prima, importante vittoria firmata Ballot e Goux, che in quella occasione guidò la 3/8 LC contraddistinta dal numero di telaio #1006. La sua storia è piuttosto chiara e ben documentata nel tempo. Acquistata il 23 febbraio 1923 da Sir Malcom Campbell direttamente dalla Ballot, proseguì la sua carriera agonistica per un decennio, passando di mano nel 1927 a favore di Jack Dunfee, uno dei famosi “Bentley Boys”. Nel 1933 venne acquistata dalla pilotessa australiana Joan Richmond per competere a Brooklands. Poi passò gli inglesi Dennis Shipwright e Cecil Clutton. Dal 1940 e per i successivi settant’anni, la Ballot 3/8 LC #1006 è rimasta nella stessa famiglia Crowley-Milling fino all'austriaco Alexander Schaufler (2016). La #1006, oltre ad aver vinto il primo Gran Premio d’Italia, terminò settima e terza alle “Indy 500” del 1920 e 1922, rispettivamente con Chassagne e Goux al volante; lo stesso Chassagne la portò in gara a Le Mans nel 1921 (ritiro, serbatoio).

PRINCIPALI CARATTERISTICHE TENICHE DELLA BALLOT 3/8 LC
Motore: anteriore longitudinale, 8 cilindri in linea, alesaggio e corsa 65x112 mm, potenza massima 110 CV a 3.500 giri/minuto, 4 valvole in testa per cilindro, albero a camme in testa, carburatore Claudel, accensione a due magneti Scintilla; trasmissione: trazione posteriore, frizione a coni rovesciati, cambio a 4 rapporti; dimensioni: passo 2.720 mm, carreggiate ant. e post. 1.400 mm.

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