Ti capita mai, in preda alla rabbia, di avere reazioni estreme e non riuscire né a gestire, né ad esprimere ciò che senti dentro? La rabbia è un’emozione difficile da capire e da gestire.
Ma c’è un modo per sfruttare la rabbia in modo che possa portare vantaggio a te e alle persone che ti fanno arrabbiare.
Vediamo 5 passaggi per arrivare a esprimere la rabbia in maniera più utile e costruttiva.
0:41 1) Distingui la causa dallo stimolo: il comportamento altrui è uno stimolo ma non la causa dei tuoi sentimenti
1:29 2) Presta attenzione al senso di colpa e ricorda che solo tu sei responsabile di ciò che provi
2:12 3) Connettiti ai tuoi bisogni per comprendere il motivo della tua rabbia
3:11 4) Leggi la rabbia spostando il focus dal comportamento altrui al tuo bisogno insoddisfatto
4:08 5) Recap operativo: rimani in silenzio, individua i pensieri che ti fanno arrabbiare, connettili ai tuoi bisogni sottostanti, prendi parola.
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“Cosa vuol dire esprimere interamente la rabbia? Quando siamo in preda alla rabbia, tendiamo ad avere reazioni estreme o ferire l'altra persona incolpandola, picchiandola, a volte anche uccidendola. Ma tutte queste sono espressioni parziali di quello che succede veramente dentro di noi. Se riuscissimo a esprimere in maniera più completa quello che avviene al nostro interno, recupereremmo una componente molto preziosa e capace di costruire invece che abbattere.
Vediamo assieme i passaggi per arrivare a questa completezza seguendo i consigli del dott. Marshall Rosenberg, spiegati nel suo libro “Le parole sono finestre oppure muri”.
1) Impara a distinguere lo stimolo dalla causa. L’idea è che non ci arrabbiamo mai a causa di qualcosa che qualcuno ha detto o fatto. Il comportamento altrui è uno stimolo ai nostri sentimenti, ma non può esserne la causa. Quando chiedi al tuo capo una promozione e lui te la nega, abbiamo la tendenza ad arrabbiarci “perché il capo ha detto di no”. In realtà quella non è la causa della nostra rabbia: è lo stimolo che elicita una nostra emozione connessa a un nostro bisogno.
Le altre persone non possono MAI farci sentire in un determinato modo perché noi siamo i responsabili dei nostri sentimenti, non gli altri. Ma questo è molto difficile da mettere a fuoco per tutti noi. Perché?
2) Perché siamo in una società che ci induce a pensare attraverso il senso di colpa, fin da quando siamo piccoli. Quanti genitori dicono frasi tipo: “Fai stare male la mamma e il papà perché prendi brutti voti!” Quello che succede è che per motivare attraverso il senso di colpa un determinato comportamento, mischiamo le carte e confondiamo lo stimolo con la causa, raccontando ai figli una bugia che poi anche per loro diventa realtà.
Ma allora, Luca, se il nostro umore/rabbia o emozioni non dipendono da quello che gli altri fanno… da cosa dipenderà mai?
3) La causa della rabbia va localizzata non fuori di noi, ma al nostro interno: nel nostro modo di pensare. Non è il comportamento dell’altra persona che causa il nostro sentimento, bensì il nostro bisogno. Occorre connetterci ai nostri bisogni ed esprimere questi invece che una rabbia cieca.
Per esempio: i tuoi figli stanno urlando e tu ti arrabbi. Se invece di urlare più forte di loro ti connetti ai tuoi bisogni, comprendi che non sei arrabbiato perché loro urlano, ma perché viene leso il tuo bisogno di restare concentrato. Consapevole di questo bisogno, puoi agire diversamente: comunicare la tua frustrazione, o cercare di preservare la concentrazione magari cambiando stanza.
4) In generale, quindi, dobbiamo imparare a leggere l’essenza della rabbia come un bisogno che non viene soddisfatto, ed è su di lui che dobbiamo portare la nostra attenzione.
Fai un elenco dei giudizi che ti passano più spesso per la testa, usando questo spunto: “non mi piacciono le persone che sono.” Poi chiediti: quando do questo giudizio, che cosa ho bisogno IO che non sto ricevendo? Spostando l’accento dal comportamento altrui al nostro bisogno cambierà la modalità comunicativa che adottiamo e quindi cambieranno i risultati del confronto.
5) Un breve recap operativo: fermati e respira, evita di incolpare. Individua i pensieri che ti fanno arrabbiare e connettili ai tuoi bisogni sottostanti. Ora puoi parlare. E non si tratta di mettere la rabbia in parole. Ormai l'hai trasformata infatti, e puoi esprimere dei sentimenti e al loro fianco dei bisogni collegati ai sentimenti.
Un saluto a tutti e alla prossima.”
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