La pulizia della armi: II parte, i semiautomatici

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Prima di tutto, si installi il “banco di lavoro” all’aperto, o in luogo in cui più che probabili gocce di olio e morchia non facciano un casino (date retta, scarterei a prescindere la cucina od il salotto, specie se siete conviventi o sposati! Date retta. So di cosa parlo…). Per chi ha luogo dedicato tipo officina, il problema non si pone. Dico quello dell’olio, non della convivenza…
Un tavolo di lavoro possibilmente in plastica o materiale che in caso d’urto non danneggi parti dell’arma.
Un vecchio asciugamano da stendere sul tavolo da lavoro.
Una buona spazzola da scarpe.
Un vecchio spazzolino da denti ben pulito e asciutto.
Un pennello di buona qualità, di quelli per verniciare purché nuovo o pulito.
Carta da cucina, di quella a rotoli.
Un panno in microfibra di quelli per pulire i vetri. Meglio se nuovo, ma va bene anche uno usato, purché lavato bene, e quindi asciutto.
Scovoli del calibro adeguato.
Olio per armi o di quelli tutto fare (svitoil o similari, oppure quelli per le macchina da cucire, se ancora esistono), reperibili in qualsiasi ferramenta (e che non voglio nemmeno credere non abbiate in casa). In caso, sostituire con un po’ di nafta.
Una confezione di olio detergente per armi (questo si può ordinare senza problemi on line, e anche in tempo di lock down si trova. All’occorrenza, basta un po’ di nafta).
Un punteruolo e un martello.
Certo, la pulizia più accurata prevederebbe anche un compressore con pistola ad aria e lo smontaggio di tutte le parti e pulitura a fondo pezzo per pezzo, ma per tutto questo, meglio andare dall’armaiolo se non si è esperti e non si possiede tutta l’attrezzatura.

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