La pulizia delle armi: I parte

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Il cacciatore italiano, a differenza del suo collega tiratore, normalmente non è un maniaco della pulizia dell’arma: tutt’altro. E questo non è un bene.

Buon senso vorrebbe infatti, che la pulizia venisse effettuata dopo ogni uscita, seguita da lubrificazione di canne e grilletti, parti mobili, scatti e percussori. Minimale, in caso di cacciata con climi caldi e secchi e dove si sia sparato poco. Più massiccia e approfondita, in caso di pioggia o umidità, in sessioni nelle quali magari si è tirato più e più volte il grilletto!

La prima cosa da fare, è ricontrollare che le camere di scoppio siano rigorissimamente vuote! No, non me ne frega niente che “tanto vuoi che c’ho lasciato le cartucce dentro…”. Credetemi, c’è più di una lapide nei cimiteri, di quelli che spacciarono a sé stessi quest’ultimo pensiero per certezza!
Fatta questa necessaria operazione, si proceda quindi a togliere TUTTE le cinghie di trasporto dai fucili. Andrebbe fatto praticamente l’ultimo giorno di caccia, ma se non l’abbiamo fatto, che lo si faccia ora.
Quindi, si procede a disassemblare nelle sue tre componenti fondamentali la doppietta o il sovrapposto, con calma e delicatamente, senza far sbatacchiare o grattare poi i pezzi uno con l’altro.
Ecco che quindi avremo un’astina, due canne con camere di scoppio, ed una bascula con calcio, grilletti e batterie.

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