Estate da dimenticare

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Comincio a pensare che questi siano gli ultimi tentativi di cattuarre qualche pesce. La faccio breve, solo tre uscite con l’ultima che si è conclusa con una labirintite che mi ha “sconsigliato” di provare ad entrare in acqua: per tre giorni sono rimasto come ubriaco e dopo un mese, quando mi stendo è come se fossi alticcio con soffitto che gira, lampadario che si moltiplica (ne vedo da 3 a 4) per almeno 5 secondi.
Per la prima uscita scelgo un posto comodo dove avrò modo di effettuare PDG (Pesca Da Galla o Piero Da Galla che dir si voglia): entro all’alba e dopo poco catturo un cefalo con un tiro lungo. Sono contento e rinfrancato: ci prendo ancora. Da qui in poi verro smentito, riuscendo per tre volte ad arrivare a tiro di orate, direttamente da galla riuscendo a prendere 3 padelle: una occasione era difficile, visto che è passato pochissimo tempo da quando ho visto il pesce a quando ho sparato, altre due erano pesci invitati a cena, l’ultimo in particolare. Peccato questo era un bel pesce
Per la seconda uscita con Silver si va alle strisciate di Badesi. Pesce poco ma riesco a catturare un denticiotto da denuncia, a prendere un bel sarago che cercava di eclissarsi in un lastrone e ad ammirare una cerniotta che ho deciso di lasciar crescere.
Per la terza uscita mi faccio portare da Silver nel posto che preferisco: consente pesca da 0 a oltre 20 metri. Dopo poco catturo una prima oratella da galla. Poi vedo una seconda orata quando sono dietro un affiorante: aspetto che si presenti la giusta occasione, lei si sposta alla mia sinistra, ma entra da destra nel campo visivo un secondo pesce e mi concentro su di lei. Riesco ad aspettare il momento giusto e scendere in caduta sul pesce che ignaro nuota. Quando sono a tiro, arriva l’orata che si era spostata alla mia sinistra che mi distrae e riesco a padellare. Affranto mi sposto e vado su uno scoglio che ha sempre tenuto cernie: siamo su un fondale di 15 metri che risale fino a 10 e che presenta una spaccatura orizzontale in corrispondenza del fondo oltra ad un camino verticale che consente di scendere al riparo. Provo il tuffo: il percorso mi vede scendere nel camino che parte dalla sommità dello scoglio, sfruttare la copertura per affacciarmi alla base dello. Come sono sul fondo e giro una cerniotta si nasconde nella spaccatura e io inizio a percorrerla tutta. Nel punto atteso vedo una cernia e come sempre mi metto a pensare se sia in peso o no: è ferma di muso praticamente morta. Solo quando gira capisco che è in peso e sparo … padellando. Riprovo su una seconda tana che sta dietro un ditone che sale verso la superficie. Anche qui discesa usando il dito come copertura per scapolare lo scoglio e vedere se c’è pesce dietro. Anche in questo caso la cernia c’è e mi limito ad ammirarla perché piccola.
Tornato a casa, nel pomeriggio, ho l’attacco di labirintite che mi vede stare male come se avessi preso la peggiore delle ciucche. Inutile dire che la mia vacanza di pesca finisce qui

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