Fernando de Lucia - Parmi veder le lagrime (Rigoletto) - Mezza Voce

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... and in a more elegiac mood than Caruso, Bonci, Volpi, Schipa...

To listen to De Lucia is to hear the last echoes of 19th Century Bel Canto... no shouting, no manufactured tone, or artifice, simply a sincere unfussed performance of a beautiful aria, brought gloriously to life by the unhurried thoughtfulness of a fine musical intelligence infused with warmth, dignity and sfumando elegance....

RIGOLETTO - The Fernando de Lucia Edition
(Complete Opera Phonotype) 1915-18:
   • RIGOLETTO - The Fernando de Lucia Edi...  

Parmi veder le lagrime - Riccardo Muti vs De Lucia:
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I love De Lucia's phrasing in that lingering, self-conscious way... his ability to "hold the moment": PA_armi vede_Er le lagrime... the gruppetto in "ci ~ glio"... his tenderness in the smorzatura [diminuendo] on "il suo GualtiEr chiA_amò", "pE_er te" (allargando dolcissimo, in conclusions!)... the appoggiatura in "sO_occorrerti"...

While today Fernando de Lucia (1860-1925) is regarded as a prime example of a pre-verismo bel canto tenor, it is interesting to note that his first big successes were in the operas of Mascagni, Leoncavallo, and Puccini... Gradually his bel canto repertoire was appreciated more and more - if this was due to a change in the public's taste or lots of practice has to remain an open question.
His last public appearance was at the sad occasion of Caruso's funeral, where he sang the "Pietà, Signore" - a little ironic twist when you consider that it was Caruso with his rather modern style that more or less finished off the tenors of the older school of singing. It is interesting to compare Caruso's recording of "Parmi veder le lagrime" with this version by de Lucia to hear how much singing changed in a comparatively short time.

Phonotype C1796, Napoli, 05.08.1917
Salvatore Sassano, conductor

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Parmi veder le lagrime
scorrenti da quel ciglio,
quando fra il dubbio e l'ansia
del subito periglio,
dell'amor nostro memore,
dell'amor nostro memore,
il suo Gualtier chiamò.
Ned ei potea soccorrerti,
cara fanciulla amata,
ei che vorria coll'anima
far ti quaggiù beata;
ei che le sfere agli angeli,
ei che le sfere agli angeli
per te non invidiò,
ei che le sfere, le sfere agli angeli
per te, per te,
le sfere agli angeli
per te non invidiò,
ah! non invidiò per te.

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I seem to see the tears
coursing from her eyes
as, bewildered and afraid
at the surprise attack,
remembering our love,
she called her Walter's name.
But could not defend you,
sweet, beloved maid;
he who would pledge his very soul
to bring you happiness;
he who, in loving you, envied
not even the angels.

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La dinamica sfumata ed eleganza di De Lucia... Un canto a fior di labbro estatico e sognante. Bastano "PA_armi vede_Er le lagrime..." e "ci ~ glio" per avere il ritratto dell'eroe romantico solingo e pensoso.

Il tempo, come solito in De Lucia, è molto dilatato, per consentirgli di inserire floreali ornamentazioni, curare il legato e arricchire il fraseggio con il suo insistito gioco dinamico e coloristico: per esibire insomma la sua maestria di cesellatore, "miniaturista" della melodia, che gli deriva da un controllo del fiato d'alta scuola. L'inizio dell'aria è in una mezza voce sombrée che va poi crescendo con coerente consequenzialità espressiva fino al punto clou delle famose e famigerate "Sfere agli angeli"... Esemplare ancora l'approccio al la bem di "dell'amor nostro mEmore" (0:47), in cui si percepisce il caratteristico "scintillìo" del registro acuto tenorile, quando emesso come si deve.

La mezza-voce è quella di Gigli e di Schipa, di Lauri Volpi e di De Lucia...
E', cioè, voce alleggerita nell'emissione, un soffio di fiato su cui sfumare una intera frase musicale, non solo una messa di voce su una nota. La mezza voce è un piano o un pianissimo, la messa di voce è una forcella.
Collocati davanti ad uno specchio, con la maschera a mo' di sorriso, prendi fiato profondamente dal naso espirando lentamente, senza sforzo alcuno, con una nota che potrebbe essere un Do del terzo spazio del pentagramma. Attenzione: prima inspirare, poi espirare con una nota dolcemente come se la accarezzassi.
Invito nuovamente all'ascolto ed alla visione di come Fernando de Lucia e Giacomo Lauri Volpi eseguano la mezza voce, con la posa serena del volto e le labbra atteggiate al belcantistico sorriso. Il suono è leggero e gentile, ma sempre raccolto e timbrato in quanto galleggiante sul fiato.
Dunque, con la nota ben collocata sul ponte, col sostegno del fiato sull'addome, grazie anche al diaframma, non sarà difficile imparare questo esercizio con il quale riuscirai a gestire perfettamente la mezza voce, necessaria per sfumare tutte le frasi, in particolar modo quelle d'amore.

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