«Lupetto!... Lupetto!... Vieni un po' qui!»
Con un latrato simile al verso di un animale selvatico, Lupetto, il giovane figlio della Lupa verghiana, si avvicina ai mulattieri che lo invocano, per barattare un po’ di cibo in cambio del loro intrattenimento. I mulattieri, però, anziché sfamarlo, ridono, gli tirano «delle buccie, degli ossi nettati come un coltello, delle croste di pane più dure degli ossi; ed egli acchiappava tutto a volo, con la bocca, senza mancare un colpo», come una bestia famelica che si lancia incontro a un osso da spolpare.
Con la novella “Lupetto”, contenuta nella raccolta “Processi verbali” (1890), Federico De Roberto è il protagonista del terzo appuntamento di “Verga e gli altri”, ciclo di quattro letture sceneggiate organizzato dalla Fondazione Verga in collaborazione con il Dipartimento di Scienze umanistiche dell'Università di Catania e con il Teatro della Città, quest'anno in versione video, a causa dell’emergenza COVID-19, grazie al supporto di Zammù TV.
“Lupetto”, letto dal regista Ezio Donato e commentato da Rosario Castelli (docente di Letteratura italiana, Università di Catania) è un racconto feroce, un impietoso atto di accusa verso il mondo campestre della Sicilia di fine ‘800, abbrutito dalla bestialità e governato dagli istinti più bassi dell’animo umano. Il protagonista, orfano e solo, «secco e lungo, con le braccia fino alle ginocchia, le spalle alte, la testa grossa, il viso sudicio di peluria e i capellacci come quelli dell'uomo selvaggio», racchiude in sé una brutalità impulsiva, primordiale, preludio a un finale violento che avrà come vittima la povera Saponara, unico essere umano a prendersi cura del ragazzo.
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"Lupetto", di Federico De Roberto
Letto da Ezio Donato
Commento di Rosario Castelli
Musiche originali composte ed eseguite da Gianni Amore
Le scene dei film sono tratte da "Cavalleria Rusticana" (1939) di Amleto Palermi
Video realizzato in collaborazione con Zammù TV e il Teatro della Città
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