PROGRAMMA RAI CONDOTTO DA PAOLO MIELI
Nacque a Napoli nel 1861, da Federico senior, ex ufficiale di stato maggiore del Regno delle Due Sicilie e dalla nobildonna di origini catanesi, ma nata a Trapani, Marianna Asmundo.[1]
Trasferitosi con la famiglia a Catania nel 1870 (a nove anni) dopo che il giovanissimo Federico subì la dolorosa perdita del padre, don Federico senior (non Ferdinando, come erroneamente riportato da più parti nei vecchi studi[2]), ufficiale di Stato Maggiore di re Francesco II (nel 1873) travolto da un treno sui binari della stazione di Piacenza. Da allora, salvo una lunga parentesi milanese e una più breve a Roma, Federico visse all'ombra gelosa della figura materna, donna Marianna Asmundo Ferrara che con la sua personalità forte e possessiva esercitò un grande influsso sulla vita del figlio.
La prima formazione
A Catania all'età di 13 anni (1874) frequenta l'Istituto Tecnico "Carlo Gemmellaro", e nel 1879 s'iscrive alla facoltà di scienze fisiche, scienze matematiche, naturali all'Università, ma al terzo anno abbandona la formazione scientifica sempre più incline a sviluppare l'ambito letterario. Affianca presto l'interesse per gli studi classici e letterari, allargando la sua cultura al latino. In questo periodo inizia a collaborare con alcune riviste.
Rivista Scientifico-industriale datata 30 aprile 1880 con un saggio di Federico De Roberto e con il suo autografo.
L'esordio letterario
Stringe rapporti professionali con l'editore Giannotta di Catania.
Frontespizio della quinta edizione del saggio Polemica, Editore Giannotta, collezione del maestro Francesco Paolo Frontini
Nel 1881 il suo esordio letterario avvenne con il saggio Giosuè Carducci e Mario Rapisardi. Polemica, pubblicato da Giannotta.
Fu presto conosciuto negli ambienti intellettuali per la sua attività di consulente editoriale, critico e giornalista sulle pagine di due settimanali che uscivano a Catania e a Roma: il Don Chisciotte del quale dal 1881 al 1882 fu anche Direttore, e il Fanfulla della domenica, sul quale scrisse dal 1882 al 1883 firmandosi sotto lo pseudonimo di Hamlet.
Per l'Editore Giannotta fondò la collana di narrativa dei "Semprevivi" ed ebbe modo di conoscere Capuana e Verga con i quali strinse una salda e duratura amicizia.
Nel 1883 elaborò saggi sulla letteratura naturalista e verista, su Zola, Capuana, Flaubert e Matilde Serao, che raccolse in un volume per Giannotta, dal titolo Arabeschi.
La collaborazione con il Fanfulla della domenica avviata nel 1882 proseguì fino al 1900. I suoi scritti vertono su arte e alla letteratura. Abbandona il suo pseudonimo e si firma con il suo vero nome. Nello stesso periodo venne incaricato dal Comune di gestire la Biblioteca Civica ex benedettina di San Nicola l’Arena di Catania, luogo in cui De Roberto trascorrerà molto del suo tempo.
Durante un soggiorno in Sicilia, un momento importante per la formazione dello scrittore fu l'incontro con il critico letterario e scrittore francese Paul Bourget (1852-1935), al tempo molto noto per i suoi studi psicologici e per i romanzi che si contrappongono al naturalismo di Émile Zola, e nei quali Bourget analizzava minuziosamente le coscienze tentando di giungere ad una "anatomia morale".
A Milano con Verga e Capuana
Decisivo fu per De Roberto il trasferimento a Milano nel 1888, dove fu introdotto da Verga nella cerchia degli Scapigliati e conobbe Arrigo Boito, Giuseppe Giacosa e Giovanni Camerana, consolidando sempre più la sua amicizia con lo stesso Verga e con Capuana. Nel periodo del suo soggiorno milanese, collaborò al Corriere della Sera e pubblicò diverse raccolte di novelle. Nel 1888, iniziò a collaborare al Giornale di Sicilia, di Palermo, e avviò una serie di carteggi con un giovane studente in giurisprudenza, il palermitano Ferdinando Di Giorgi, mentre a Milano pubblicò le novelle psicologiche Documenti umani, edite da Treves.
Nel 1889 un altro editore milanese, Libreria Editrice Galli, pubblicò il romanzo Ermanno Raeli. Sempre nel periodo milanese, De Roberto concepì la trilogia di romanzi sui principi Uzeda di Francalanza. Tale trilogia comprendeva:
L'illusione, pubblicato nel 1891.
I Viceré, pubblicato nel 1894, considerato il suo capolavoro, ma molto discusso al tempo dai suoi contemporanei e pubblicato nell'anno dello scandalo della Banca romana e della repressione nel sangue dei fasci siciliani. L'autore scruta e registra ventisette anni, dal 1855 al 1882.
L'Imperio, incompiuto, pubblicato postumo nel 1929.
Информация по комментариям в разработке