Infortunio in azienda: quando il preposto non ti salva

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Preposto. Che bello, ho nominato il preposto, l’ho formato. Ed ora la responsabilità è sua.
Vero? NO!
Più volte abbiamo parlato del preposto. Certo. Di responsabilità ne ha.
Ma dobbiamo ricordare che la nomina del preposto non è la panacea di tutti i mali, né la manleva da ogni responsabilità del datore di lavoro.
Tu datore di lavoro hai ancora un obbligo ben preciso, anche se hai individuato i preposti.
E quest’obbligo è indicato nell’art. 18 comma 3/bis. Che dice, in pratica, che tu datore di lavoro devi vigilare anche sull’operato dei dirigenti e dei preposti (oltre che dei fabbricanti, installatori, medico, appaltatori).

Ma cosa significa?
“Allora, se devo vigilare sul su di loro, a cosa serve nominare i preposti?”

Per rispondere facciamo riferimento ad alcune sentenze della Corte di Cassazione.
“Ma sempre di sentenze parliamo…?” Beh sì ricorda che è lì che si va a finire, piaccia o no…quando succede qualcosa…

La più specifica e chiara di tutte, a mio avviso, è la sentenza n° 5013 del 10 febbraio 2011, che sottolineava quanto segue: “qualora nell’esercizio dell’attività lavorativa sul posto di lavoro si instauri, con il consenso del preposto, una prassi contra legem (ovvero contro la legge), foriera di pericoli per gli addetti, il datore di lavoro o il dirigente, ove infortunio si verifichi, non può utilmente scagionarsi assumendo di non essere stato a conoscenza della illegittima prassi, tale ignoranza costituendolo, di per sé, in colpa per denunciare l’inosservanza al dovere di vigilare sul comportamento del preposto”.

Non ti annoio con altre sentenze che, fondamentalmente, dicono la stessa cosa.

Le parole chiave sono: “prassi contro la legge”, “consenso del preposto” e “datore di lavoro sei incastrato”. Praticamente.

Questo significa che tu datore di lavoro, o dirigente, anche in presenza di preposti, devi focalizzare la tua attenzione su di una sola cosa: se esiste una prassi pericolosa che si è instaurata in azienda, la devi combattere proprio tramite i preposti.

Perché talvolta, come nel caso della sentenza, potrebbe accadere proprio il contrario: che sia proprio il preposto a tollerare o ancor peggio a promuovere tale prassi. In questi casi non puoi dire che non sapevi nulla.

Non si sta parlando quindi di singoli eventi, ma di prassi.
Quindi, anche in presenza di preposti, tu datore di lavoro – o dirigente – non devi assicurare una vigilanza parallela quotidiana. Non avrebbe senso. E non avrebbero senso i preposti.

Ma devi essere certo che le policy aziendali in fatto di sicurezza siano sposate appieno dai tuoi valorosi e fidati preposti. Mi sembra logico. L’azienda è la tua. Ed è la stessa cosa che fai per qualsiasi altra politica aziendale che tu ritieni fondamentale. No?

Ecco, tutto qui.
Pertanto, ti fidi del tuo preposto? Ottimo.
Ma ricorda che la legge, sostanzialmente, parte dal presupposto che fidarsi è bene, ma non fidarsi è meglio…

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