Verbo ausiliare ESSERE indicativo presente, coniugazione, esempi, quando si usa

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Salve a tutti e benvenuti ad una nuova puntata di Diswit.
Oggi parleremo del verbo essere, che è uno dei due importanti verbi ausiliari della lingua italiana e parleremo della forma più semplice, cioè del modo indicativo, tempo presente.
E… le cose che bisogna innanzi tutto conoscere sono senz’altro i pronomi personali:
IO, TU, LUI/LEI, LUI al maschile e LEI al femminile,
NOI, prima persona plurale, VOI, seconda persona plurale
e LORO, terza persona plurale.
Quindi: IO SONO, TU SEI, LUI/LEI E’, quindi diremo LUI E’ (o LUI E’ o LEI E’), NOI SIAMO, VOI SIETE, LORO SONO.
Abbiamo anche aggiunto degli aggettivi, in questo caso che indicano uno stato d’animo, per far si di poter costruire, aggiungendo l’aggettivo alla coniugazione verbale del verbo essere al modo indicativo tempo presente e avere una frase di senso compiuto.
IO SONO ALLEGRO e accanto abbiamo indicato il maschile, il femminile singolare e poi il plurale, quindi allegrO (maschile), allegrA (femminile) e allegrI (al plurale).
Possiamo notare come TU SEI, con la parola TRISTE, che vuol dire il contrario di allegro, TRISTE/TRISTE significa che sia al maschile singolare che al femminile singolare il termine rimane perfettamente invariato, mentre al plurale diventa TRISTI.
LUI o LEI, che sono le… la terza persona singolare, si coniuga con una E’ (accentata).
Attenzione a non confondere con la E (senza accento) che è la congiunzione che serve per congiungere due parti del discorso.
Anche qui abbiamo utilizzato un aggettivo per rendere una frase di senso compiuto.
Qui la parola è INFELICE. Infelice significa una persona che non è contenta, che non è allegra e abbiamo indicato che, come TRISTE, anche infelice rimane invariato, sia al singolare maschile che al singolare femminile.
Mentre INFELICI, cioè noterete che in tutti i casi l’ultima lettera è una “i”, significa che nella maggior parte dei casi basta aggiungere… basta cambiare la vocale finale con una “i” per trasformare l’aggettivo in… al plurale. Tranne alcuni casi particolari, come quello che vedremo con la prima persona plurale che è NOI.
NOI SIAMO STANCHI. Stanchi … quindi … vuol dire che abbiamo lavorato tanto e ci siamo affaticati, di conseguenza: STANCO singolare maschile, STANCA singolare femminile, STANCHI, in questo caso, essendo una “C” aspra, si aggiunge l’acca (H) e diventa STANCHI, per consentire in italiano la pronuncia nel modo corretto.
Abbiamo poi la seconda persona plurale che è VOI. VOI SIETE, abbiamo scritto ANNOIATI.
Annoiati, Annoiato, Annoiata. Quindi ANNOIATO singolare maschile, ANNOIATA singolare femminile, ANNOIATI. Questo è il caso, diciamo, in cui la regola generale “O-A-I” viene ampiamente rispettata.
Cioè singolare maschile con la “O”, il singolare femminile con la “A” e il plurale semplicemente trasformando la “O” o la “A” del singolare con una “I”.
Abbiamo poi un “loro”. LORO SONO, terza persona plurale, abbiamo scritto “DEMOTIVATI”. Anche qui vedrete che la coniugazione rispetta la regola generale “O-A-I”: DemotivatO, “io sono demotivato”, “io sono demotivata”, “voi siete demotivati”.
E poi abbiamo indicato i modi... gli usi, pardon, del presente, cioè in quali casi andremo a utilizzare il modo indicativo tempo presente in italiano.
Questo vale per tutti i verbi sicuramente, non solo per l’indicativo presente del verbo essere, bensì per tutti gli indicativi presente.
Userò l’indicativo presente per esprimere azioni che si compiono al presente.
Abbiamo un esempio dove oggi, “oggi vado in piscina”. E’ un’azione che io svolgerò oggi. Di conseguenza posso utilizzare il modo indicativo tempo presente.
Abbiamo poi le azioni abituali. Azioni abituali, cioè azioni che io compio routinariamente, abitualmente: magari tutti i giorni o tutti i mesi, tutti gli anni, un’azione che avviene in maniera abituale.
Abbiamo fatto un esempio con “pranzo a casa tutti i giorni”. Io pranzo a casa tutti i giorni, quindi è un qualcosa che faccio ripetutamente e siccome è… indica un’azione abituale, posso indicare, posso utilizzare il… l’indicativo presente.
Abbiamo poi le azioni che si compiranno in un prossimo futuro.

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