Quello bonanima (1958)

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Una commedia "fiorentina" in tre atti tradotta in dialetto genovese per Gilberto Govi, che la portò in scena ripetutamente come nella ripresa televisiva del 30 dicembre 1958 che qui viene proposta. Scritta nel 1931 da Ugo Palmerini, è una delle rare commedie del repertorio di Govi in cui compaiono anche espressioni dialettali non genovesi. Questa commedia fu salvata dalla distruzione - da un impiegato, collezionista e appassionato di teatro! - in maniera rocambolesca negli anni '70, insieme ad altre cinque versioni televisive di altrettante commedie goviane (Pignasecca e Pignaverde, Colpi di timone, Maneggi per maritare una figlia, Sotto a chi tocca, Gildo Peragallo ingegnere).

Personaggi e interpreti:
Faustino Caviglia: Gilberto Govi; Albina, Sua Moglie: Anna Caroli; Lea, Loro Figlia: Anna Bolens; Carlin Corradi: Luigi Dameri; Bacciccin Bafigo: Giorgio Fosco; Zaira, Sua Moglie: Nelda Meroni; Santina: Jole Lorena; Leonida Roncagliolo: Enrico Ardizzone; Filomena: Pina Camera

Trama:
La buonanima è Giulio, il genero di Faustin Caviglia, morto suicida lasciando, all'insaputa degli eredi, solo debiti e guai. La vicenda si svolge nella casa della Famiglia Caviglia nel paese dove c'è il cimitero che ospita la tomba di Giulio, il ricordo del quale è continuamente lodato e venerato. Tutte le donne di casa, eccetto Santina, che hanno appeso a tutte le pareti i ritratti del defunto, vogliono addirittura fargli erigere un busto tombale. Faustino Caviglia potrebbe vivere la sua felice esistenza di pensionato se moglie, figlia e serva non lo angustiassero continuamente con il ricordo di "quello bonanima" del genero. Nemmeno l'ora di pranzo si rispetta più, se in quel giorno c'è da celebrare la messa in onore del defunto! A scoprire la verita' sulla "bonanima" è il giovane Carlino, nipote di Faustino, che non aveva mai provato grande simpatia per il genero quando era vivo. Infatti Carlino Corradi, che arriva dalla Costa Azzurra dove ha conquistato una buona notorietà come pittore, è pieno di programmi mondani nei quali vorrebbe coinvolgere lo zio, ma che sono tutti destinati a fallire per i divieti delle donne. Dopo varie peripezie Carlino scopre che in realtà tanto "bonanima" il defunto non era: debiti, amanti e guai di ogni genere. Faustino si prende le sue rivincite.

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