videopoesia: Ci sono notti che non accadono mai - Alda Merini

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‪@donnechevengonodamarte‬

Alda Merini (1931 – 2009) - la grande poetessa dei Navigli - è stata una poetessa e scrittrice italiana, una delle autrici più tormentate del panorama nazionale degli ultimi cento anni e oltre. La Merini esordì giovanissima, a soli 15 anni, sotto la guida di Giacinto Spagnoletti che scoprì il suo talento artistico.

Alda Merini ha sempre amato la notte, il suo stato indefinito e irrazionale. Tutto sembra più emozionante e intenso, gli amanti sanno amarsi con più passione, i dolori si fanno più vividi, i rumori più incisivi. La notte rappresenta un mistero legato al mistero della vita stessa e per questo, la tormentata Alda Merini, sceglie la notte come momento “perfetto” per entrare in contatto con i segreti e i desideri più intimi del nostro animo.
Alda Merini, con la sua poesia “Ci sono notti che non accadono mai”, ci invita a riflettere sulle aspirazioni profonde dell’anima umana e sulla nostra eterna ricerca di momenti che, forse, appartengono più al regno del desiderio che a quello della realtà.


"Ci sono notti che non accadono mai" (Alda Merini)


“Ci sono notti

che non accadono mai

e tu le cerchi

muovendo le labbra.

Poi t’immagini seduto

al posto degli dèi.

E non sai dire

dove stia il sacrilegio:

se nel ripudio

dell’età adulta

che nulla perdona

o nella brama

d’essere immortale

per vivere infinite

attese di notti

che non accadono mai.”


Se solo abbiamo un po’ di anni sulle spalle, lo sappiamo tutti: certe notti sanno diventare una bolla nella quale prendono vita passioni, ricordi, paure, dove si sviluppano e sviscerano tensioni, amori, traumi. Per questo motivo si caricano di significato. Si caricano di aspettative.

In queste notti - che non accadono mai - ci si ritrova fermi in un limbo etereo che sembra eterno. Si nutre una speranza, si cerca una soluzione, si riflette su una persona o su un destino. Quasi mai si trova una soluzione, ma resta il momento unico della sospensione della realtà. Spesso, semplicemente, ci si mette in “attesa”, magari di un miracolo o di una ispirazione: si nutre la speranza. La vita stessa si alimenta di questa speranza, tanto da desiderare “infinite” volte queste notti non concluse.


Un ringraziamento particolare a ‪@torpedodavolpenera‬ per l'autorizzazione all'uso del suo bellissimo tramonto su Régusse.

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