Il capitolo 4, "Puntare a obiettivi più alti", esplora come raggiungere l'eccellenza musicale, suggerendo che la chiave sia abbandonare l'ossessivo bisogno di suonare bene. Il capitolo osserva che artisti che raggiungono uno stato di trance offrono le performance più memorabili. Viene sottolineato che porsi obiettivi limitati, come impressionare gli altri, impedisce di raggiungere la vera maestria.
Il capitolo evidenzia come il desiderio di suonare bene possa paradossalmente bloccare l'esecutore. L'autore invita a riflettere sulle occasioni in cui la necessità di suonare bene ha portato al fallimento, e viceversa su quando, non curandosi del risultato, si è suonato in modo eccezionale. Si sottolinea come dopo una buona performance si tenda a cercare di replicarla, ottenendo risultati mediocri.
Viene affermato che il 99% degli allievi suona meglio quando non si preoccupa troppo dei risultati. L'ansia di suonare bene viene descritta come un "muscolo involontario", e si sottolinea l'importanza dell'accettazione di sé per superare la paura di fallire. La paura toglie forza all'esecuzione, e questo si manifesta nel modo in cui i musicisti respirano o nella tensione fisica. La preoccupazione eccessiva si traduce in posture innaturali anche nel dirigere un'orchestra.
Viene criticato il fatto che molti musicisti giudichino il proprio valore in base alle loro prestazioni, portando a una vita musicale fatta di pressione e depressione. Si sottolinea che la musica dovrebbe essere fonte di gioia e non di depressione. È necessario scoprire una ragione di vita più importante del semplice suonare, e un senso di sé solido e duraturo, che non dipenda dalle performance musicali, è fondamentale. Per cambiare atteggiamento è necessario un metodo di "riprogrammazione".
Quando non è ostacolata da limitazioni negative, la musica induce uno stato di estasi. L'autore sottolinea che l'importante è divertirsi più che suonare bene. Si critica l'ossessione per il "bel suono", affermando che la fiducia deve provenire dall'interno e non dall'esterno.
Si dimostra, tramite un esperimento, che l'unica cosa che conta è il prossimo respiro e che la musica non è così importante. La musica viene descritta come un piacere aggiuntivo, e non essenziale. Decidere che suonare non è così importante, paradossalmente, può portare a suonare molto meglio. Si afferma che ciò di cui si ha bisogno non sono bravi improvvisatori, ma artisti che esprimano qualcosa di profondo. La musica è la ciliegina sulla torta e non la torta stessa. Il capitolo si conclude evidenziando come la musica abbia un potenziale curativo e come i musicisti possano fungere da guaritori, ispiratori e guide spirituali.
Buon ascolto...
Timeline Capitolo 4:
00:00
Titolo: "Puntare a obiettivi più alti"
01:13
Paragrafo 1: "I musicisti che si preoccupano troppo"
04:08
Paragrafo 2: "Un muscolo involontario"
05:48
Paragrafo 3: "Timore di suonare male"
14:22
Paragrafo 4: "Andare oltre"
16:14
Paragrafo 5: "Tu hai suonato bene, e io?"
18:14
Paragrafo 6: "Rilassatevi"
19:10
Paragrafo 7: "E' solo Musica!"
20:47
Paragrafo 8: "La Musica è la ciliegina sulla torta"
22:07
Paragrafo 9: "A chi importa?"
23:23
Paragrafo 10: "Espressione"
25:58
Paragrafo 11: "Creatività a disciplina"
28:20
Paragrafo 12: "Aiuta il pianeta"
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