Biennale Venezia 60 - Jeffrey Gibson: The space in which to place me

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Jeffrey Gibson - The space in which to place me
L’opera, realizzata da effrey Gibson per il Padiglione USA, si ispira a un testo di Layli Long Soldier, poetessa, scrittrice, femminista, artista e attivista Oglala Lakota. Il testo recita: «This is how you see me the space in which to place me/The space in me you see is this place/To see this space see how you place me in you». In un’intervista sulla sua partecipazione alla Biennale dichiara che la finalità della sua opera è ben espressa da quel testo, egli spera sempre che le persone possano proiettare sé stesse e le loro storie sulle/nelle sue opere in cui loro sono presenti. È la prima volta che nella storia della Biennale l'allestimento del padiglione USA è affidato a un artista nativo americano.

Jeffrey Gibson è americano Cherokee e fa parte della Mississippi Band of Choctaw Indians. Ha potuto conseguire il Master of Fine Arts presso il Royal College of Art grazie alla borsa di studio offerta dalla sua comunità di appartenenza. È riconosciuto come artista queer che ricerca intorno a questioni di identità, di categorie e di generi. Per realizzare le sue opere usa tecniche miste e materiali eterogenei, tra i quali le perline tipiche dell’artigianato dei nativi americani, sacchi da boxe, coperte e borchie di metallo.
Si dichiara artista queer ha creato una pratica interdisciplinare e un linguaggio visivo ibrido che attinge alla storia americana, indigena e queer, con riferimenti alle sottoculture popolari, alla letteratura e alle tradizioni artistiche globali.

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