0:00 DISEGNO TECNICO
0:52 proiezioni
1:13 assonometria isometrica
1:34 proiezioni ortogonali
1:51 cartiglio
2:33 scala
3:48 primo dietro e terzo diedro
5:16 tolleranze
6:15 raccordi e smussi
6:31 AISI e SAE
6:55 tipi di linee
7:37 sezione
8:07 dettaglio
8:26 quote
9:15 fori filettati
10:00 svasature
10:14 indice rugosità
10:27 note
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In ingegneria, quando viene progettato un oggetto, per rappresentarlo graficamente su uno schermo o un foglio, viene usato il disegno tecnico, in modo che ingegneri, operai, ma anche a chi servirà quel prodotto, possano comunicare tra loro e comprendere com’è fatto.
In questo video vedremo le basi per imparare a leggere un disegno tecnico. In modo che in pochi minuti tu possa interpretare correttamente i vari elementi che lo compongono.
Esistono varie normative che definiscono le linee guida per la stesura dei disegni tecnici, come il sistema ISO internazionale, ma in questo video vedremo solo i principi fondamentali che sono generalmente comuni ad ogni standard.
Prendiamo un oggetto molto semplice, questo albero presenta molte caratteristiche, vediamo il suo disegno tecnico.
Per rappresentare l’oggetto su un foglio sono necessarie alcune sue proiezioni, cioè delle rappresentazioni grafiche che descrivono l’oggetto.
Come si può vedere è presente la sua rappresentazione tridimensionale, un aiuto (non sempre presente) per comprendere immediatamente la forma dell’oggetto. La proiezione è in assonometria isometrica, cioè gli assi xyz formano 3 angoli uguali di 120°.
Abbiamo poi le proiezioni ortogonali, per comprendere la forma di questo oggetto ne abbiamo bisogno di ben 3.
In sostanza sono fino a 6 immagini bidimensionali che rappresentano le viste perpendicolari dell’oggetto.
Ma la prima cosa da fare, per comprendere le proiezioni ortogonali, è leggere il cartiglio, una tabella (generalmente in basso a destra) nel quale vengono racchiuse tutte le informazioni primarie.
Solitamente sono presenti:
il logo aziendale e il nome del disegnatore (per sapere a chi rivolgersi)
un titolo, un codice o un numero di disegno e tutto quello che serve per identificare l’oggetto e rintracciarlo
(solitamente in un cartiglio a parte), il numero di revisione e la data (per capire se è l’ultima versione del disegno, e quando è stato fatto)
poi sono presenti, la scala del disegno, e il formato carta su cui deve essere stampato per avere la scala corretta. Queste due informazioni sono collegate: il disegno di un oggetto il più delle volte non ha dimensioni reali, ma esse sono scalate per poter entrare nelle dimensioni di un foglio, se il foglio è stampato nel formato indicato allora la scala sarà corretta; in questo caso la scala è 1:1, significa che effettivamente il disegno è in “scala reale” e ha le stesse dimensioni dell’oggetto reale, (se quindi rileviamo delle misure direttamente dal foglio per mezzo di una riga, queste saranno effettive) mentre se fosse scritto per esempio scala 1:2 , significa che l’oggetto è disegnato ridotto della metà delle dimensioni reali (in pratica le dimensioni che misuriamo dovranno essere moltiplicate per 2 per capire come è grande realmente) , se invece fosse scritto 2:1 siamo di fronte a un ingrandimento, (l’oggetto sarebbe disegnato il doppio rispetto alla realtà, per cui dobbiamo dividere per 2 le misure rilevate)
un'altra cosa fondamentale è il simbolo per definire se la proiezione ortogonale usata, è del primo dietro (il modello europeo) o del terzo diedro (il metodo americano).
Le proiezioni ortogonali non sono disposte a caso, sono allineate fra di loro con uno di questi due standard.
Con il metodo del primo dietro, l'oggetto si trova tra l'osservatore e i piani di proiezione; immaginando un cubo che circonda l'oggetto, ogni vista viene proiettata sulle pareti interne del cubo che viene poi “spiegato” in modo da creare tutte le viste. Per semplicità, è come appoggiare l'oggetto sul foglio, e rotolarlo per disporre le varie viste.
Al contrario, Con il metodo del terzo dietro sono i piani di proiezione che si trovano tra l'osservatore e l'oggetto; immaginando il cubo che circonda l'oggetto, ogni vista viene proiettata sulle pareti esterne del cubo per poi essere “spiegato”. Per semplicità: partendo dalla vista frontale, abbiamo a destra la sua vista destra, sopra la vista superiore, sotto la vista inferiore, ecc.. (l’esatto contrario del metodo del primo dietro).
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