Rischio Atex: i 4 step per una corretta valutazione

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Ciao sono Luca Veneri, Presidente del Gruppo Remark.
Il Gruppo Remark è un insieme di aziende specializzate nella consulenza in ambiente, sicurezza e medicina del lavoro.

Nel video precedente abbiamo introdotto cosa si intende per rischio ATEX e perché è importante valutarlo.

In questo video voglio parlarti di come si effettua una corretta valutazione del rischio esplosione.

Vediamo quindi insieme quali sono i 4 principali passi da seguire per una corretta valutazione come prevista dal Titolo XI del D.Lgs 81/08:

1. Individuazione delle sostanze che per le loro caratteristiche, possono essere combustibili, ovvero sostanze che possono anche essere emesse dal ciclo produttivo. Pensiamo ad esempio all’idrogeno, che si genera durante la fase di ricarica dei carrelli elevatori o anche alle nebbie oleose.
Utile all’individuazione è certamente la scheda di sicurezza, ma si possono reperire dati in merito anche a seguito della valutazione del rischio chimico e dalle autorizzazioni ambientali.

2. Modalità di utilizzo.
La modalità di utilizzo determina se il limite inferiore di infiammabilità può essere superato, mentre per le polveri permette di verificare il profilo granulometrico. Polveri aventi diametro inferiore a 500 micron si considerano non in grado di generare una atmosfera esplosiva.
Se il limite inferiore non viene superato la valutazione si può concludere.
L’attività di analisi sulle modalità di utilizzo aiuta a capire se è possibile una riorganizzazione del processo. La filosofia, che è alla base delle norme CEI per la classificazione delle aree, è ridurre, se possibile, le quantità emesse, anche attraverso, ad esempio, le polveri e provvedere alla loro rimozione attraverso la pulizia.
In questa fase è necessario anche valutare se l’atmosfera, per condizioni del sito e/o del processo, può raggiungere altri locali e/o interagire con processi e/o attrezzature.

3. Sorgenti di innesco.
Aspetto importante, assolutamente non trascurabile, è la corretta individuazione delle sorgenti di innesco e se sono presenti, determinare se possono essere efficaci ovvero se possono innescare l’atmosfera.
Di aiuto all’individuazione delle sorgenti è la norma tecnica UNI EN 1127.

4. Verifica delle misure di protezione.
Effettuata la valutazione e la classificazione delle sorgenti, occorre verificare che le misure di prevenzione e protezione siano idonee, ovvero che, pur avendo una atmosfera esplosiva, la stessa non possa essere innescata e, nel caso contrario, che sia possibile ridurre gli effetti della stessa, anche istallando dispositivi di protezione quali ad esempio pannelli di rottura, valvole a ghigliottina, etc.
Oltre a verificare che i sistemi siano idonei in base alla classificazione dei luoghi con pericolo di esplosione, che vedremo nel prossimo video, occorre anche prevedere la formazione del personale, il coordinamento con aziende terze, la gestione degli appalti, la manutenzione e nel caso le verifiche previste per gli impianti elettrici installati in luoghi con pericolo di esplosione.

In questo video abbiamo visto insieme i 4 principali passi da seguire per una corretta valutazione come prevista dal Titolo XI del D.Lgs 81/08.

Nel prossimo video vedremo come si classifica un luogo con pericolo di esplosione.

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