L'eredità del Black Mamba ||| La storia di Kobe Bryant (II parte)

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◾ La storia di Kobe Bryant - La nascita del Black Mamba ◾

L’ estate del 2003 per Bryant sembra a tutti gli effetti l’inizio di uno dei momenti più bui e difficili della sua carriera. Le accuse di violenza sessuale. I problemi con la moglie. La relazione difficile con Phil Jackson, gli screzi con i compagni di squadra ed in particolare con Shaquille Oneill. Per la prima volta Kobe è veramente in difficoltà. Ci sono troppe cose che non gli permettono di concentrarsi su quell’obiettivo che si era posto in giovane età. Alzare il livello per diventare il miglior giocatore possibile. Diventare il più forte di tutti nello sport che ama, il Basket. E’ quella la sua ossessione e per farlo deve iniziare a mettere ordine nella sua vita. Così compie una scelta. Crea una sorta di alter ego. Da quel momento decide di dare vita al Black Mamba.E’ il nickname del personaggio interpretato da Uma Thurman nel capolavoro di Quentin Tarantino “Kil Bill”. SI tratta del nome di un serpente particolare. Lungo, che morde, che attacca e soprattutto che ha carattere. E’ un rettile letale tra i più pericolosi al mondo e lui si rivede in quell’animale e opta per separare le cose. Kobe si prenderà cura di tutti i problemi fuori dal rettangolo di gioco. The Black Mamba, invece, va in campo e fa quello che deve fare. Uccide gli avversari. Nella stagione 2003-2004 tiene una media di 24 punti e 5 assist a partita e nell’ultima stagionale, quella dove ci si gioca il titolo della Pacific Division, mette due buzzer beater contro Portland. Il primo e’ un tiro irreale da 3 punti che porta la gara all'Overtime. Il secondo un’altra tripla per vincerla al secondo supplementare. Una nuova era ha inizio. I Lakers, che hanno formato un Dream Team con gli arrivi di Malone e Payton, si posizionano secondi a Ovest in Regular Season e sono tra i favoriti per la vittoria del titolo. Le cose però spesso non vanno secondo i piani.