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Giulio Cesare fu uno dei personaggi più importanti e influenti della storia romana e mondiale. Nacque a Roma nel 100 o 101 a.C. da una famiglia patrizia che si riteneva discendente da Enea e Venere. Fin da giovane si schierò con la fazione dei Popolari, che difendeva gli interessi del popolo contro l'aristocrazia e il Senato. Si dedicò alla carriera politica e militare, ottenendo vari incarichi e onori. Nel 59 a.C. formò il primo triumvirato con Pompeo e Crasso, un'alleanza segreta per spartirsi il potere.
Tra il 58 e il 50 a.C. Cesare condusse la conquista della Gallia, estendendo il dominio romano fino all'Oceano Atlantico e al Reno. Invase anche la Britannia e la Germania per la prima volta, dimostrando le sue grandi capacità di stratega e di leader. Le sue imprese sono narrate nei suoi scritti, in particolare nel De bello Gallico, un'opera di propaganda politica e di testimonianza storica.
Nel 49 a.C. scoppiò la guerra civile tra Cesare e Pompeo, che si era schierato con il Senato. Cesare attraversò il Rubicone, un fiume che segnava il confine tra l'Italia e la sua provincia, pronunciando la celebre frase "alea iacta est" (il dado è tratto). Sconfisse Pompeo in varie battaglie, tra cui quella di Farsalo in Grecia nel 48 a.C., dove Pompeo fuggì in Egitto. Cesare lo inseguì, ma trovò solo la sua testa mozzata, offertagli dal re Tolomeo XIII. Cesare si innamorò della sorella di Tolomeo, Cleopatra, con cui ebbe un figlio, Cesarione.
Cesare continuò a combattere contro i suoi nemici in Africa, Spagna e Asia Minore, riportando sempre la vittoria. La sua frase "veni, vidi, vici" (venni, vidi, vinsi) riassume la sua rapidità e efficacia nelle campagne militari. Nel 46 a.C. celebrò il suo trionfo a Roma, dove si fece nominare dittatore a vita. Iniziò una serie di riforme politiche, sociali ed economiche, che gli valsero il titolo di Pater Patriae (padre della patria) e di Divus Iulius (dio Giulio) dopo la sua morte.
Il 15 marzo del 44 a.C., le Idi di Marzo, Cesare fu assassinato da un gruppo di senatori guidati da Marco Giunio Bruto e Gaio Cassio Longino. I congiurati volevano salvare la Repubblica dal pericolo di una monarchia, ma ottennero l'effetto contrario. La morte di Cesare scatenò una nuova guerra civile, che portò alla fine della Repubblica e all'inizio dell'Impero romano sotto il suo erede adottivo Ottaviano Augusto.
CAPITOLI
0:00 Introduzione
02:10 La nascita, la fuga da Silla e in Asia da Re Nicomede
20:50 I Pirati, la questura e la discesa in politica
32:20 Catilina, l'elezione a Pontefice e la propretura in Spagna
49:04 Il triumvirato e il consolato
59:57 In Gallia contro Elvezi e Ariovisto
01:18:22 In Gallia contro Belgi, Germani e Britanni
01:33:46 Contro Vercingetorige e la conquista della Gallia
01:49:28 Guerra civile: dal Rubicone a Brindisi
02:10:41 Guerra civile: dalla Spagna a Durazzo
02:32:08: Battaglia di Farsalo e guerra in Egitto
02:53:58 Tapso, Munda e la dittatura
03:12:19 Le ultime riforme e la morte
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