El Canfin - L'uva fogarina (Video Ufficiale)

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El Canfin - L'uva fogarina (Video Ufficiale)

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"El Canfin": una fiaccola che arde da quasi trent'anni. Un fuoco vivace e brillante, che illuminava le serate e riscalda i cuori con l’allegria e il fascino senza tempo dei canti popolari.
Una splendida avventura iniziata quasi per gioco – era l’ottobre del 1986 – quando un gruppo di persone innamorate del canto e della musica paesana, con qualche piccola esperienza tra le feste del circondario, fu invitato da Marcello Marchesan, direttore dell' Hotel “Belvedere” di Bassano, a esibirsi nella grande sala del ristorante dell’albergo. Si celebravano le “Serate Venete”, evento gastronomico e mondano voluto dalla famiglia del cavalier Bonotto per riscoprire i gusti e le tradizioni del nostro passato, all’insegna della cucina tipica ma anche del folclore e dei canti paesani.
Per il gruppetto di musicanti, provenienti da San Zeno di Cassola, che non avevano ancora un nome e che furono presentati come “Cantori Veneti”, era quasi come andare alla “prima” alla Scala; clienti illustri, ospiti di riguardo, riflettori accesi, mille occhi e orecchi pronti a godersi lo spettacolo tra una pietanza e l’altra, l’emozione e il batticuore per il timore dell’esordio. Dubbi e timidezze sgretolatesi alle prime note: la simpatia del gruppo e la freschezza del repertorio furono accolti dal pubblico con uno scroscio di applausi. Un’esplosione di affetto che dimostrava quanto nella gente fosse vivo e pulsante l’amore per le cose semplici e genuine. Ma soprattutto un inaudito successo che spinse e convinse i protagonisti della serata a continuare lungo la strada della ricerca delle proprie radici attraverso la musica, inaugurata con quella sorprendente e graditissima performance.

Le occasioni per farsi ulteriormente conoscere arrivarono subito: nel dicembre di quel magico ’86, sotto il grande albero di Natale in piazza a Bassano, fulcro degli eventi e delle manifestazioni organizzate nel periodo dell’Avvento dall’Unione del Commercio. Chiamati a partecipare alla rassegna “Canti popolari natalizi”, e indossati i loro bei cappelli, tabàri e sgàlmare, i nostri amici richiamarono l’attenzione delle tante persone presenti rallegrando l’atmosfera e regalando a profusione canti e sorrisi. Ormai si capiva che quel gruppo era molto più che una casuale formazione folcloristica, ma il nucleo fondante di qualcosa di importante che stava nascendo nell’intrattenimento popolare bassanese, destinato soprattutto a durare nel tempo.
E fu proprio quella sera che Flavio Baggio, funzionario dell’Umce appassionato di vecchie tradizioni trovò il nome al gruppo dei cantori e li chiamò “El Canfin”. Come la piccola fiaccola, che in passato dava luce alle sere e alle notti dei nostri antenati, contrassegnando una vita quotidiana fatta di radici sane e di valori semplici, autentici e arcaici.

O com'è bella l'uva fogarina o com'è bello
saperla vendemmiar a far l'amore con la mia
bella a far l'amore in mezzo ai pra
filar non sa filar cusir non lo sa far il sol della campagna il sol della campagna
filar non sa filar cusir non lo sa far il sol della campagna, la dische che fa mal
Teresina imbriacuna poca voglia di lavorar l'ha se mette la vestaglia che ha ga ancora da pagar
o com'è bella l'uva fogarina o com'è bello saperla vendemmiar a far l'amore con
la mia bella a far l'amore in mezzo ai pra
filar non sa filar cusir non lo sa far il sol della campagna il sol della campagna filar non sa filar cusir non lo sa
far il sol della campagna, la dische che fa
mal Teresina imbriacuna poca voglia di lavorar
l'ha se mette la vestaglia che ha ga ancora da pagar

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